Gennaio è stato un mese terribile per i bambini siriani: circa 60 bambini sono stati uccisi e numerosi altri feriti a causa delle violenze incessanti nel Ghouta orientale, a Damasco, Idlib e ad Afrin.
Le scuole sono state chiuse in molte aree a causa delle violenze e fonti locali riportano la mancanza o l’impennata nei prezzi di cibo, medicine e carburante.
Idlib
La stazione umanitaria è particolarmente critica a Saraqib e in altri centri a sud della città di Idlib, sotto pesanti bombardamenti aerei. Negli ultimi giorni almeno 8 civili sono rimasti uccisi e numerosi altri feriti.
Il 4 febbraio è stato bombardato e messo fuori uso l’ospedale di Ma’arrat al-Nu’man, che riceve aiuti dall’UNICEF, con morti e feriti tra i pazienti e il personale sanitario. Questo è stato già il nono attacco contro una struttura sanitaria dall’inizio dell’anno, in Siria. Nei bombardamenti è stata distrutta anche una preziosissima “banca del sangue”.
Durante la notte del 1° febbraio, una stazione di pompaggio dell’acqua a Kafr Omeim, è stata bombardata e messa fuori uso. La stazione eroga acqua per 18.000 abitanti ed era stata precedentemente riparata dall’UNICEF.
Solo nelle ultime settimane, circa 250.000 persone sono state sfollate nel Governatorato di Idlib a causa dei combattimenti.
Damasco
Il 2 febbraio a Jdedet al-Fadel, nella regione rurale intorno a Damasco un residuato bellico è esploso nel cortile di una scuola mentre gli alunni giocavano a pallone. L’esplosione ha ucciso un bambino e ne ha gravemente feriti altri otto. Sono tutti stati ricoverati in ospedale, alcuni di essi in condizioni critiche.
Per prevenire incidenti come questo, dal 2016 l’UNICEF conduce in moltissime scuole attività di informazione sui rischi connessi alle mine e agli ordigni inesplosi.
Afrin
Dal 20 gennaio, l’acuirsi dei combattimenti tra esercito turco e miliziani curdi nel nord della Siria ha spinto circa 15.000 civili ad abbandonare le aree rurali e a cercare rifugio nella città di Afrin, dove sono ospitati presso famiglie o in scuole ed edifici in costruzione. 48.000 alunni e studenti non possono attualmente frequentare le lezioni perché le scuole sono state adibiti a rifugio per gli sfollati.
Le organizzazioni partner dell’UNICEF hanno fatto ripartire alcune attività ricreative e di prevenzione dei pericoli delle mine nel campo per sfollati di Robar, ma l’accesso umanitario nella zona rimane molto difficoltoso.
Il 5 febbraio un bambino è rimasto ucciso e altri 6 persone sono state gravemente ferite quando un veicolo che trasportava civili è stato colpito nella città di Azaz.
Ghouta
Un discorso a parte va fatto per Ghouta Est, l’area rurale controllata dai ribelli e assediata ormai dal 2013. La situazione dei bambini è terribile, 120 gravemente malati o feriti attendono tuttora di essere evacuati per ragioni sanitarie.
Qui si concentra il 95% della popolazione sotto assedio di tutta la Siria, e la capacità di risposta delle organizzazioni umanitarie è drammaticamente limitata dall’impossibilità di raggiungere la popolazione. L’ultimo convoglio delle Nazioni Unite a cui è stato permesso di entrare a Ghouta risale ormai al novenbre 2017.
L’UNICEF rinnova l’appello a tutte le parti in lotta a consentire l‘accesso ai convogli umanitari almeno per una volta a settimana e a far evacuare tutti i bambini le cui condizioni mediche lo rendano necessario.
L’azione dell’UNICEF
Le Nazioni Unite sono riuscite a ripristinare gli aiuti attraverso la frontiera turca verso Idlib solo il 31 gennaio.
Il giorno successivo, l’UNICEF ha inviato 6 camion con aiuti sanitari e alimentari per 8.000 persone, coperte per 25.000 bambini e kit ricreativi per 40.000 bambini. Altri 14 camion di aiuti umanitari sono arrivati in città il 6 febbraio.
Nella regione rurale di Aleppo l’UNICEF e le organizzazioni partner continuano ad assistere la popolazione fuggita da Idlib in 10 campi per sfollati, con attività ricreative, supporto psicosociale e formazione sui rischi connessi alle mine. In quest’area è in corso anche la distribuzione tramite autocisterne di acqua potabile per la popolazione sfollata, con l’obiettivo di arrivare a garantire il fabbisogno idrico giornaliero di 100.000 persone in 40 campi per sfollati.
L’UNICEF ricorda a tutte le parti in conflitto i loro obblighi di proteggere sempre i bambini. Dobbiamo poter raggiungere i bambini che hanno bisogno di assistenza umanitaria immediatamente e senza restrizioni, ovunque siano in Siria.