Con il peggioramento delle condizioni disicurezza, ai bambini del Mali viene reso sempre più arduo sopravvivere, imparare e crescere sani.
«I bambini maliani soffrono in silenzio, lontano dall’attenzione del mondo» afferma Henrietta Fore, Direttore esecutivo dell’UNICEF, durante la sua missione nel paese africano compiuta ieri.
«In mezzo a una crescente violenza, sempre più bambini patiscono la fame, non vanno più a scuola o muoiono nei primi giorni di vita».
Quest’anno sono oltre 850.000 i bambini sotto i cinque anni a rischio di malnutrizione acuta. Fra loro, 274.000 sono esposti alla forma più insidiosa – la malnutrizione acuta grave – che se non immediatamente curata ha esito letale.
Ciò rappresenta un incremento nel numero di bambini malnutriti del 34%, dovuto in gran parte alla crisi alimentare in corso in alcune regioni del paese.
I tassi di malnutrizione acuta grave più elevati si registrano nelle zone interessate dal conflitto armato nel Nord del paese (a Timbuktu è stato superato il livello del 15%), mentre lo scarso interesse della comunità internazionale dei donatori ostacola la capacità delle organizzazioni umanitarie di acquistare le quantità dialimenti terapeutici indispensabili per curare i bambini malnutriti.
Nel Mali, oltre un milione di bambini attualmente non frequentano la scuola primaria, con un incremento dell’abbandono scolastico del 30% rispetto al 2009.
Ad oggi, 750 scuole sono chiuse nel Nord e nel centro del paese a causa del clima di violenza e insicurezza. A pagarne il prezzo sono oltre 300.000 bambini in età scolare. Un altro milione di ragazzi non frequenta la scuola secondaria.
Il Mali è anche tra i 10 Stati del mondo con il tasso di mortalità neonatale più alto: 1 neonato su 28 muoreentro un mese dalla nascita,
E anche la mortalità materna è tra le più elevate del pianeta: una donna su 27 corre almeno nella volta il rischio di morire per cause legate alla gravidanza.
Durante la sua missione nella capitale maliana Bamako, la direttrice dell’UNICEF Fore ha sottolineato l’importanza dei processi di ricostruzione della pace e della coesione sociale, che deve prevedere anche le pari opportunità per le bambine e per le ragazze nell’istruzione, nell’assistenza sanitaria e nei servizi di protezione, quali condizioni fondamentali per la pace e lo sviluppo.
«Se vogliamo vedere un futuro migliore per i bambini del Mali, è necessario investire sin da oggi nel loro benessere» ha sottolineato Henrietta Fore durante la visita a una scuola nella periferia della capitale.
«Dobbiamo porre i bambini al centro delle nostre politiche e dei nostri sforzi per la costruzione della pace. Da questo dipendono il loro futuro e la loro stessa sopravvivenza.»
Lavorando con le organizzazioni partner e attraverso 5 uffici sul campo (che coprono anche le aree teatro del conflitto) l’UNICEF sta assicurando aiuti sanitari, idrici e igienici, nutrizionali, educativi e per la protezione dell’infanzia ai bambini delle comunità meno accessibili, sebbene l’insicurezza spesso ostacoli la capacità di risposta.
Tuttavia, i fondi restano insufficienti: quasi l’80% dell’Appello umanitario dell’UNICEF 2018 per il Mali, per un ammontare pari a 37 milioni di dollari, non è ancora stato finanziato.
Sono urgentemente necessarie ulteriori risorse per consentire all’UNICEF di fornire ai bambini del Mali il sostegno necessario per salvare la loro vita.