Il 2018 potrebbe essere un anno decisivo per i bambini migranti, se i paesi seguiranno buone pratiche per assicurare la loro sicurezza e il loro benessere. Lo affermal’UNICEF in vista della Giornata Internazionale per i Diritti dei Migranti.
Circa 50 milioni di bambini nel mondo stanno compiendo un percorso migratorio. Per gran parte di essi la migrazione è positiva e i bambini e le loro famiglie si stanno spostando in maniera volontaria e sicura. Ma per milioni di altri bambini l’esperienza migratoria è irta di rischi e pericoli.
Circa 28 milioni di bambini sono stati allontanati dalle loro case a causa di conflitti. In molti casi, i bambini e le famiglie senza percorsi sufficientemente sicuri e regolari per migrare sono costretti a rivolgersi ai responsabili di traffico e tratta e a intraprendere rotte informali pericolose che sottopongono la loro sicurezza a un enorme rischio.
I pericoli del Mediterraneo
La pericolosa
rotta del Mediterraneo Centrale, dalla Libia all’Italia, è uno di questi esempi. Solo quest’anno, circa 15.000 bambini non accompagnati hanno raggiunto l’Italia via mare e praticamente tutti i loro viaggi sono stati gestiti dai responsabili del traffico di esseri umani.Secondo le stime dell’UNICEF, dall’inizio dell’anno oltre 400 bambini e ragazzi sono morti nel tentativo di compiere questo viaggio, mentre migliaia sono stati vittime di abusi, sfruttamento, schiavitù edetenzione durante la loro permanenza in Libia.
«Per innumerevoli bambini la migrazione è sicura e regolare e aiuta essi e le loro famiglie a crescere e trasformarsi» spiega Ted Chaiban, Direttore dei Programmi all’UNICEF. «Ma esiste un’altra realtà per milioni di bambini la cui migrazione è molto pericolosa e non compiuta per scelta. La rotta del Mediterraneo Centrale è un esempio significativo, in cui migliaia di bambini vulnerabili rischiano le loro vite ogni anno per raggiungere l’Europa perché non sono disponibili per loro percorsi migratori sicuri e regolari.»
Verso un Patto globale sulle migrazioni
Nel corso del 2018 si terranno importanti negoziazioni e verrà adottato il “Global Compact on Migration” (Patto globale sulle migrazioni) un accordo intergovernativo di riferimento che coprirà tutte le dimensioni delle migrazioni internazionali.
È giunto il momento in cui gli Stati devono concordare azioni per aiutare i minorenni migranti in linea con la Dichiarazione di New York sui Rifugiati e i Migranti e con la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.
Fra le negoziazioni in corso in merito al contenuto del Global Compact, l’UNICEF ha continuato a invitare gli Stati Membri a includere i diritti, la protezione e il benessere dei bambini sperduti, sradicati, come impegni centrali nel testo finale.
«Le migrazioni, specialmente per i bambini, non devono essere pericolose» prosegue Chaiban. «Le politiche, le pratiche e i comportamenti che espongono i bambini migranti a pericoli possono e devono cambiare. Il 2018 è il momento per farlo e il Global Compact per le migrazioni è un’opportunità».
Molti governi locali, regionali e nazionali nel mondo hanno già scelto di adottare misure adeguate volte a proteggere e assistere i bambini migranti. Alcune di queste buone pratiche, sottolineate nel recente rapporto dell’UNICEF, “Beyond Borders” (Oltre le frontiere), includono:
- Investire in sistemi di protezione nazionali inclusivi per proteggere i bambini migranti da sfruttamento e violenza
- Investire in una maggiore capacità di ricezione e assistenza e promuovere alternative alla detenzione basate sulla comunità, come l’obbligo di notifica regolare, o di rivolgersi a tutori o garanti
- Rimuovere gli ostacoli pratici che lasciano in sospeso o rendono impraticabile il ricongiungimento familiare per troppi minorenni migranti, come le definizioni troppo rigide del concetto di famiglia o delle soglie finanziarie;
- Adottare provvedimenti di rimpatrio incentrati sull’individuo – il bambino, mediante la determinazione del suo “superiore interese”, la madre, il padre – progettando misure di reintegrazione che rispondano alle loro necessità e che apportino benefici alla comunità in maniera sostenibile
- Aprire scuole e strutture sanitari ai minori migranti; e creare delle “zone cuscinetto” fra le esigenze della sicurezza e i servizi pubblici – per fare in modo che ogni bambino e adolescente possa studiare, curarsi e abbia accesso alla giustizia e all’alloggio senza timore di essere identificato, incarcerato o rimpatriato
- Migliorare le condizioni per i trasferimenti di rimesse in modo che un numero maggiore di bambini possa andare a scuola o accedere alle cure sanitarie
Il rapporto ribadisce infine il “Programma d’azione in sei punti“ proposto dall’UNICEF, che fornisce indicazioni per politiche volte a proteggere i minorenni rifugiati e migranti e a garantirne il benessere:
- Proteggere i bambini rifugiati e migranti, in particolar modo quelli non accompagnati, da sfruttamento e violenza.
- Porre fine alla detenzione dei bambini richiedenti lo status di rifugiato o migranti, introducendo una serie di alternative pratiche.
- Tenere unite le famiglie, come migliore mezzo per proteggere i bambini e dare loro il riconoscimento di uno status legale.
- Consentire ai bambini rifugiati e migranti di studiare e dare loro accesso a servizi sanitari e di altro tipo, di qualità.
- Chiedere di intraprendere azioni sulle cause che spingono a movimenti di massa di migranti e rifugiati.
- Promuovere misure che combattano xenofobia, discriminazioni e marginalizzazione nei paesi di transito e di destinazione.