Dopo la Dieta Mediterranea, l’arte della pizza e la vite di Pantelleria, l’Italia attende un nuovo pronunciamento dell’Unesco sul Prosecco Patrimonio dell’Umanità. Un primato europeo per il nostro Made in Italy.
E’ il commento di Coldiretti in riferimento alla candidatura del sito veneto “Le colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene” per l’iscrizione nella Lista dei Patrimoni Mondiali dell’Unesco che vede a Baku, capitale dell’Azerbaijan, il suo momento decisivo.
Un’opportunità importante, questa, per uno dei vini italiani più famosi al mondo con una produzione annua di 464 milioni di bottiglie, prodotte su oltre 24mila ettari di vigneti tra Veneto e Friuli Venezia Giulia.
Molti altri “tesori” sono già iscritti nella Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’Unesco: l’Opera dei pupi (iscritta nel 2008), il Canto a tenore (2008), la Dieta mediterranea (2010) l’Arte del violino a Cremona (2012), le macchine a spalla per la processione (2013) e la vite ad alberello di Pantelleria (2014), l’’arte dei pizzaiuoli napoletani (2017), la Falconeria, iniziativa cui l’Italia partecipa assieme ad altri 17 Paesi e dal novembre 2018 l’“Arte dei muretti a secco” sulla base della candidatura avanzata dall’Italia con Croazia, Cipro, Francia, Grecia, Slovenia, Spagna e Svizzera.
Accanto al patrimonio culturale immateriale, l’Unesco ha riconosciuto nel corso degli anni anche un elenco di siti, e l’Italia è lo stato che ne vanta il maggior numero a livello mondiale.