In un passato non tanto remoto, il contenuto delle mummie si scopriva soltanto in un modo: togliendo le bende, sezionando e scavando al loro interno, trascurando l’aspetto della conservazione dei reperti.
Oggi possiamo, invece, spiare all’interno di sarcofagi e manufatti senza danneggiarli, e con scansioni ai raggi X e risonanze, per acquisire nuovi elementi di studio sul loro contenuto.
La Città di Torino ha mostrato grande attenzione nell’autorizzare l’occupazione di un’area di Via Accademia delle Scienze proprio nel periodo natalizio e ha reso possibile un importante progetto internazionale.
Oltre 130 mummie di animali appartenenti alla collezione del Museo Egizio saranno analizzate attraverso un tomografo mobile messo a disposizione da FORA, azienda nata nel 1974 in ambito medicale e poi evolutasi nel campo della tecnologia applicata in ambito sanitario.
In poco più di un minuto, il tempo necessario alla TAC per eseguire la scansione completa del reperto e realizzarne un’immagine digitale 3D, si potrà conoscere in maniera più approfondita la mummia e il suo stato conservativo dando il via a nuovi studi medici e antropologici.
La Tac, che sfrutta le radiazioni ionizzanti per ottenere immagini dettagliate dell’organismo, verrà eseguita sull’intero corpo della mummia e i risultati potrebbero mettere in risalto elementi importanti sui riti, le eventuali patologie e la causa di morte dell’animale.
Nello specifico, verranno esaminati cani, gatti, ibis e coccodrilli, pesci, serpenti, falchi e altre specie per capire anche il valore che questi avevano nell’antico Egitto.
Infatti, sono numerose le divinità egizie che assumono sembianze animali: ad esempio la dea Bastet si incarna nel gatto, il dio Api nel toro o il dio Sobek nel coccodrillo.
Altri animali servivano, invece, come ex voto, cioè offerte che i pellegrini portavano ai sacerdoti dei templi come omaggio alla divinità, altri ancora venivano mummificati perché continuassero a tenere compagnia al defunto nel suo viaggio verso l’aldilà.
Dall’essiccazione, all’eviscerazione, all’imbalsamazione vera e propria, grazie a questi preziosi esami si potranno quindi studiare e conoscere sempre meglio anche le tecniche di preservazione dei corpi, che potevano cambiare a seconda dell’animale trattato e dell’imbalsamatore che le eseguiva.