In realtà andavamo d’accordo. Certo non da avere le stesse idee su tutto. Capisco bene che non sia facile, avrò provato mille volte a spiegare. D’altronde ognuno ha delle fisime, però posso capire, anzi capisco bene.
Rimanere svegli a scrivere fiabe può sembrare eccentrico.
Parlare a voce alta girando per la stanza senza nemmeno premere il tasto di registrazione può apparire strano, ma stammi a sentire una volta senza scuotere la testa. Dunque c’era questo ornitorinco che per chissà quale strana ragione, si era immerso in uno stagno ai margini di un bosco solo per bagnare il suo becco.
Una volta uscito parlava qualunque lingua del mondo e venne assunto a Oxford come professore di lettere. All’inizio tutti si erano sorpresi di questa anomalia e li capisco bene. Cioè un ornitorinco in cattedra può sembrare assurdo. Beh il fatto però fu accettato quando iniziò a tenere lezioni. Tra i suoi superpoteri c’era anche una conoscenza illimitata.
Non c’era argomento che non sviscerasse con competenza estrema. Per tal motivo una studentessa si invaghì di lui. A proposito si chiama Byrd. Si era scelto da solo questo nome. Dunque Byrd si accorse presto che Margot si era innamorata di lui e le spiegò che seppur entrambi mammiferi non c’era la possibilità di un loro futuro insieme.
Lei sorrise a quella affermazione perentoria. Era convinta che lo avrebbe convinto del contrario. Lui scelse di non contraddirla, ma una mattina si licenziò e scomparve. Margot, disperata, lo cercò dappertutto non lasciando niente di intentato. Si sarebbe laureata a breve e non concepiva di averlo perso. Così quando stava per perdere le speranze si trovò a passare vicino allo stagno. Sentì una voce chiamarla e si avvicinò alla distesa d’acqua. Byrd uscì fuori e la guardò con dolcezza.
Poi le disse: Sei una meraviglia Margot, ma come vedi questa è la mia residenza e immagina come potresti vivere con me in questo luogo. Non parliamo poi di costruire una famiglia.
Lei con le lacrime agli occhi lo salutò mandandogli un bacio con la mano. Byrd si inabissò e nuotò fino alla sua tana tra le canne.
Direte e allora ?
Allora niente.
Capite bene che pur andando d’accordo ognuno di noi ha punti di vista differenti.
A me piace scrivere fiabe di notte e abbandonare il canneto solo una volta ogni tanto.
Foto di copertina generata con Copilot per Cinque Colonne Magazine