La potenza di una risata è rivoluzionaria, chi lo disse ora non lo ricordiamo e forse nemmeno c’interessa, ma ci serviva come pretesto per spendere due parole sui fatti accaduti oggi a Parigi con l’attacco da parte di un sedicente commando islamico alla sede del giornale satirico Charlie Hebdo. Esecrabile, in ogni senso e da qualsiasi parti la si voglia guardare, sia chiaro: questa è un’impresa di pazzi scriteriati.
No, nessun pistolotto sulla libertà di stampa, di satira, di espressione e sugli islamici, il califfato, l’attacco all’occidente e gli inviti (già prontamente arrivati da non eminenti politici italiani) ad andare a bombardare le guarnigioni dell’esercito di Allah. Il cuore e la mente di chi scrive ora sono ferite davvero e non riesce, sempre chi scrive, a dimenticare che l’attacco è avvenuto nella redazione di un giornale e che chi è morto era li per lavorare e per esprimere ‘democraticamente’ le sue idee, la sua lettura delle cose del mondo.
Lo sforzo che si vuole porre qui è volto a cercare di capire come si possa arrivare a porre in essere una azione di tale specie verso una realtà come quella colpita in terra francese. Un giornale satirico, uno di quelli che “una risata vi seppellirà”, che si era già prodigato in passato con pubblicazioni non proprio benevole nei confronti del mondo islamico ma che – alla fine – poteva bene essere combattuto con le stesse sue armi.
La satira fa male, uccide più la penna che la spada, si disse nei tempi passati. E’ vero, ma con un kalashnikov si uccide anche di più. Questa guerra santa non ci appartiene, la aborriamo e proprio per questo vorremmo sapere per una volta la verità, tutta la verità. Il dolore per coloro che oggi hanno pagato con la vita non si sa bene cosa, o lo si sa troppo, è forte e le prese di posizione in questo momento non sarebbero altro che aprioristiche e naturalmente manichee.
Fateci sapere la verità.