Sandra, un’orangotango, rinchiusa da due decenni nello zoo di Buenos Aires, è stata dichiarata da un tribunale argentino una “persona non umana” illegalmente detenuta e potrà così riguadagnare la libertà.
Per perorare la sua causa è stato messo in campo uno strumento legale normalmente usato per richiedere la scarcerazione degli umani e il risultato è stato in effetti inusuale per un orangotango. La sua causa era stata sposata dall’Association of Officials and Lawyers for Animal Rights.
Secondo il gruppo animalista, l’orango disponeva di funzioni cognitive sufficienti per non essere considerato un oggetto. Con un verdetto che potrebbe fare scuola, il tribunale ha ora concordato che Sandra deve godere dei diritti fondamentali di una «persona non umana», ivi compreso quello alla libertà.
L’orango si trasferirà così in un rifugio per animali dove vivrà più libero e lontano dagli sguardi dei visitatori.
Al contrario all’inizio di dicembre negli USA, una Corte d’appello dello stato di New York ha stabilito che uno scimpanzé chiamato Tommy, tenuto in una proprietà privata, non era da considerare una persona e quindi non gli poteva essere concesso alcun diritto. Secondo quest’ultima sentenza, agli animali non possono essere conferiti diritti speciali come le persone, perchè non sono in grado di soddisfare gli obblighi sociali ed i doveri come fa l’uomo.
La Corte in Argentina, tuttavia, vede diversamente gli animali in cattività.