Il Borgo Orefici è uno dei più antichi rioni di Napoli, nonché uno dei più importanti e influenti dal punto di vista economici. Si trova precisamente tra Corso Umberto e via Marina, in una delle zone maggiormente frequentate, sia da giovani universitari che da lavoratori, e trafficate della città. Dal punto di vista urbanistico presenta piccole stradine che si incuneano l’una nell’altra, ma si possono trovare anche due piazze, Piazzetta Orefici e Piazza Carlo Troya, in cui ci sono uno splendido crocifisso in legno che si può osservare da tutte le angolature e la cosiddetta fontana del pesce.
La sua origine è addirittura legata al popolo greco che, attratto dal clima piacevole e ottimale, si insediò abbastanza presto nel territorio. I colonizzatori si dedicarono all’arte artigianale, in particolar modo a quella orafa, realizzando non solo maestose ed eccezionali sculture e ceramiche ma anche splendidi gioielli che furono esportati da allora in tutto il mondo conosciuto. Dopo l’invasione sannita, Napoli decise di entrare a far parte della confederazione romana e, in poco tempo, anche a Roma i prodotti manifatturieri napoletani spopolarono nei mercati. Con la fine dell’Impero Romano e l’avvento del Medioevo, l’arte orafa fu arricchita secondo lo stile bizantino e successivamente anche da quello arabo. Inoltre sarà Giovanna D’Angiò a dara il primo vero riconoscimento alle botteghe suddividendole in corporazioni e, con il suo seguito di esperti artigiani provenienti da gran parte dell’Europa, fondò una scuola e sancì così il primo passo verso una tradizione che dura tuttora. Nel Seicento poi anche le Chiese adopereranno ricchi suppellettili e statue per adornarsi e abbellirsi, come si può notare nella Chiesa del Gesù, in quella di santa Chiara o con il tesoro di san Gennaro. Con i Borboni, nel settecento, si avrà una vera e proprio ostentazione in perfetta sincronia con l’arte barocca. I gioielli erano molto diffusi in quasi ogni classe sociale poiché rappresentavano un simbolo di benessere e ricchezza. E’ sicuramente uno dei pilastri di quest’epoca la fondazione del Real Laboratorio voluto dal sovrano Carlo III che portò in auge i cammei, la lavorazione delle pietre dure e i ritratti.
Nella zona di Torre del Greco saranno anche edificati altri laboratori per la produzione di coralli e innumerevoli oggetti artigianali. Successivamente lo sviluppo del Borgo Orefici sarà legata prima a Gioacchino Murat con cui si avrà una diffusione di monili a carattere sentimentali come cuori o ciondoli fatti con i capelli dell’amata e poi ai Savoia. In particolar modo con questa dinastia si arriverà all’avvento dell’art Nouveau e alla moda dei medaglioni a forma di monete antiche. Nel Novecento, a causa di un sempre maggiore sviluppo delle industrie, i maestri orafi inizieranno ad entrare in crisi ma non si arrenderanno. Infatti dalla Francia giungerà una nuova e incredibile tecnica di lavorazione dell’oro detta Lalique e che consisteva nel riportare svariate incisioni su un sottile ciondolo. Grazie alle innovazioni e alle creazioni che stupiscono e rapiscono anno dopo anno i napoletani e non solo, gli orafi del Borgo Orefici sopravvissero alla Prima e alla Seconda Guerra Mondiale, all’avvento della Repubblica e alle innumerevoli crisi finanziarie.
Con il passare del tempo, alle antiche famiglie di orafi si sono affiancati anche altri artigiani, abili imprenditori e commercianti. Ma oltre ad un grande sviluppo, cresceva anche la paura legata alla poca tutela dell’antico borgo. Per questo fu ideato prima il Centro Commerciale Zona Orefici, in stretta collaborazione con le Associazioni di categoria e Federazioni e dopo l’Associazione Borgo Orefici che annoverò ben 130 Soci. Nel 2000, a causa delle varie esigenze e con l’avvento della globalizzazione, si passò dall’Associazione al Consorzio Borgo Orefici che ha un Consiglio Direttivo che si occupa non solo di tutelare la zona ma anche di organizzare mostre ed eventi in associazione con l’Università Suor Orsola Benincasa e l’Orientale. Oggi sono molti quelli che lavorano in uno dei più antichi quartieri di Napoli e che giorno dopo giorno continuano a portare avanti un’arte millenaria aggiornandola e rinnovandola in modo che possa incantare anche le future generazioni.