Si tratta di una micro-assicurazione creata dal WWF Nepal per risarcire i pastori nomadi nell’area protetta di Kengchenjunga, dalle perdite del loro bestiame provocate degli attacchi dei leopardi delle nevi. Ed è stata inserita nell’Atlante delle innovazioni per la sostenibilità economica, pubblicato dall’ONG internazionale FHI 360, con il supporto della Fondazione Rockefeller.
Il programma fa parte dell’iniziativa, promossa dal WWF Nepal, per la conservazione del leopardo delle nevi ed è stato progettato per ridurre i rischi economici dei pastori. Proprio per preservare l’ecosistema del pascolo sugli altopiani nepalesi e allo stesso tempo proteggere i predatori da eventuali ritorsioni da parte delle piccole comunità di montagna, il WWF ha creato strumenti innovativi.
Il punto di partenza è stata l’alleanza con le comunità locali, assieme alle quali sono stati progettati sistemi avanzati con cui i pastori nomadi possono monitorare i felini, tracciare i loro percorsi e proteggere il loro bestiame. Il nuovo sistema assicurativo inserito nell’Atlante, invece, grazie all’utilizzo di una app sullo smartphone, garantisce ai pastori nomadi un rimborso adeguato per tutti gli yak e gli ovini predati.
Negli ultimi anni la collaborazione tra WWF e pastori nomadi si è rafforzata: nessuno meglio di loro, infatti, conosce le abitudini del leopardo delle nevi. Alcuni pastori sono stati formati dal WWF Mongolia e sono divenuti collaboratori al progetto di monitoraggio di questi felini tramite fototrappole, che consentono di acquisire dati importantissimi – per gli scienziati, ma anche per gli stessi pastori – su abitudini e spostamenti del “fantasma delle montagne”.
Secondo le stime del Programma Traffic, dal 2008 ad oggi sono stati uccisi dal bracconaggio fra i 220 e i 450 leopardi delle nevi ogni anno, un numero altissimo se lo si confronta con l’esiguità della popolazione (dai 4.000 ai 6.600 individui). Questa specie non solo è minacciata dal bracconaggio e dai conflitti con le comunità locali, ma anche dai cambiamenti climatici, che – solo sulla catena dell’Himalaya – rischiano di far sparire circa il 30% dell’habitat di questo felino.
Il WWF promuove piccoli e grandi progetti con gli abitanti dei villaggi in Nepal e Mongolia, per trasformare la presenza di questo affascinante predatore in una risorsa per un’economia basata sul turismo sostenibile.