[Italiana in dolce attesa, 1831, Museo di San Pietroburgo]
Oltre ad esser un testardo e un ribelle, Karl Brjullòv era anche un sentimentale. Avrebbe voluto una vita familiare felice, ma l’amore arrivò solo a 40 anni; inoltre la sua storia fu molto tormentata e interrotta dopo poco. Probabilmente fu il desiderio inconscio di una vita di coppia solida e sincera che lo portò a realizzare una serie di acquerelli unici, che ci regalano una splendida fotografia della realtà popolare italiana dei primi dell’Ottocento. Alcuni di questi acquerelli, definiti di “genere”, catturano l’osservatore per la delicatezza delle immagini rappresentate e l’acume dell’artista, come sempre sperimentatore e curioso. Tra questi dipinti spiccano Un’ italiana in dolce attesa, Donna italiana alla finestra col figlio, Madre svegliata dal bambino (carboncino), Appuntamento interrotto (1823-1827) e Appuntamento, nei quali il pittore si sofferma sul quotidiano delle persone umili, in particolare delle donne.
La tecnica degli acquerelli di Brjullòv si distingueva da quella dei suoi contemporanei per complessità e la ricchezza degli esempi. Un attento studio della realtà e della natura che lo circondava, lo spingeva a prestare, ad esempio, particolare attenzione al ruolo fondamentale che assumevano il gioco di luci e ombre. Brjullòv era un grande conoscitore della tecnica dell’acquerello e così dal 1820 cominciò in modo quasi ossessivo a lavorare sulla definizione dei dettagli. Egli si concentrò molto sul colore, cercando di renderlo quanto più compatto possibile e riempiendo le sfumature fino quasi a dare l’impressione che la tela fosse una superficie impenetrabile. Nonostante la bravura dell’esecuzione, gli acquerelli di Brjullòv cominciarono a perdere la luce a la trasparenza tipiche della tecnica ad acquerello. L’utilizzo della polvere di bronzo per definire i dettagli dorati e ramati dei costumi e dell’arredo inserirono però elementi decorativi estranei alle scene di vita quotidiana (visibili particolarmente in I sogni della nonna e della nipote e Sogno di una suora) quasi come una nota stonata in una perfetta sinfonia.
[Donna alla finestra con bambino, 1831, Museo Puskin delle belle Arti ]
Il tema dominante della maggior parte degli acquerelli che ritraggono figure del popolo, è la felicità familiare. Se osserviamo ad esempio l’acquerello Un’ italiana in dolce attesa, notiamo che Brjullòv cercò di cogliere nei gesti e nel volto della donna l’espressione di ansia tipica di una madre in dolce attesa. L’espressione di tenerezza e compiacimento della donna mentre contempla tra le mani la camicina del nascituro, pervade il dipinto di dolcezza e serenità; una serenità familiare dettata anche dall’operosità quotidiana che Brjullòv evidenzia, raffigurando alle spalle della donna il marito intento a rifinire la culla in legno che ha costruito per il nascituro.
Nell’acquerello Donna italiana alla finestra col figlio, una popolana si gode la pace familiare, osservando, con il figlioletto paffuto in grembo, qualcosa di interessante alla finestra. In Madre svegliata dal bambino, invece, Brjullòv ritrae una giovane donna che, nel cuore della notte, si alza dal letto per dare conforto al figlio in lacrime. Da tutti e tre questi acquarelli possiamo intuire che Brjullòv venne felicemente colpito dal clima di serenità e complicità familiare che osservava nel popolo e tra la gente comune che incontrava sul suo cammino.
[Madre svegliata dal bambino, 1831, carboncino, Museo di S.Pietroburgo]
Di impronta completamente diversa, invece, è un piccolo ciclo di acquerelli I sogni della nonna e della nipote (1829), Sogno di una suora (1831), Sogno di una ragazza (1833), nei quali l’artista sbizzarrisce la propria fantasia, arricchendola di umorismo e movimento, fino a quasi a realizzare delle vere e proprie mini vignette. il talento di Karl come narratore si manifesta appieno in queste brevi serie di acquarelli, tutti incentrati sul tema del sonno, perfettamente in linea con l’estetica romantica del tempo. Ne I sogni della nonna e della nipote, Brjullòv gioca con il divario generazionale, ritraendo una nonna che sogna la sua sfumata giovinezza (il periodo del rococò che Brjullòv richiama con due quadri dell’epoca appesi alle pareti) e una nipote che sogna una storia d’amore romantica e avventurosa. Il suo realismo è inoltre estremamente vivido e convincente quando sottolinea il divario generazionale del sogno anche attraverso le posture dei soggetti nel letto: il sonno della nonna è calmo e pacifico, quello delle nipote invece è rigido e agitato come testimoniano le coperte scalciate giù dal letto.
[Sogno di una suora, 1831, Museo russo di S.Pietroburgo]
Un altro acquerello che ha per protagonista il sogno è Sogno di una suora che Brjullòv ambienta in un convento di monache. Alle prime luci dell’alba, con le campane che annunciano l’inizio della giornata monastica, il sogno di una giovane monaca viene interrotto dalla madre superiora che irrompe nella stanza per annunciarle l’inizio delle attività quotidiane. Anche in questo caso, come nell’acquerello precedente, i sogni della giovane sono tutt’altro che casti, sono sogni d’amore, e raffigurano lei accanto al suo amante. Anche in questo acquerello, Brjullòv ci dà prova di essere un buon osservatore, ritraendo sulla porta della camera da letto della giovane e nell’abito rosso della madre superiora i simboli del Sacro Cuore di Gesù, un ordine religioso femminile particolarmente diffuso in Italia nel XIX sec.
Nel terzo acquerello del ciclo relativo al sogno, Sogno di una ragazza, il soggetto è molto più casto rispetto ai dipinti precedenti. Una giovane donna sogna la benedizione paterna per il suo prescelto, mentre fuori dalla finestra un pastore le addolcisce il mattino con il suono del suo flauto. L’allegoria delle nozze, è ritratta dal pittore anche attraverso la figura allegorica sopra la dormiente che porta il velo e che cosparge il letto di fiori e petali di rose.
[Sogno di una ragazza, 1833, Museo di Puskin delle belle Arti]
Gli acquerelli di Brjullòv costituiscono una preziosità all’interno del repertorio artistico del pittore, tuttavia, sappiamo bene che la sua fama non è legata a queste deliziose vignette ma al duro lavoro che lo vide impegnato sulla stessa tela per circa 6 anni…
Il nostro viaggio alla scoperta di Brjullòv continua con il racconto del dipinto che lo consacrò tra i più grandi pittori russi di tutti i tempi.
Buona lettura
FONTI
Chudozestvennaja Galereja – Brjullov, n. 72/2006, De Agostini
Russkie zyvopiscy XIX veka Leont’eva G.K Brjullov – Xudoznik (1991)
http://www.tg-m.ru/articles/%E2%84%962-2013-39/znamenityi-i-neizvestnyi-karl-bryullov