La sua è la tipica favola calcistica: parte da Cesena (squadra alla quale, nel 2009, segnerà il suo primo goal tra i professionisti), passa per Pavia (grazie al padre che lo convince ad allontanarsi da casa), Legnano (dove, a causa di un grave infortunio, perde gran parte del girone di andata) ed Empoli (luogo nel quale si afferma e diventa capitano) e, solo a 29 anni, approda in una delle squadre più importanti del calcio italiano. «E’ ovvio che nella vita uno sogna sempre, sono quei sogni che ti permettono di non mollare mai e crescere bene. Già giocare in A è un sogno», disse con un pizzico di orgoglio. Adesso, nonostante tenga i piedi per terra, non si monti la testa e non dimentichi mai il suo passato, può esaudire il suo desiderio: calcare un campo importante al fianco di giocatori di caratura internazionale come Hamsik e Higuain, «lottare per traguardi importanti» e provare a «raggiungere grandi obiettivi» con la maglia azzurra addosso.
Sarri si fida di lui, tanto da aver deciso di affidargli le chiavi del centrocampo azzurro (che ha certamente passato un’annata eufemisticamente non facile): essere stato definito «uno dei centrocampisti più forti d’Italia» con una «rapidità di pensiero unica» da un allenatore preparato come il mister campano lo avrà sicuramente riempito d’orgoglio, tanto quanto il sondaggio emesso qualche giorno fa dal quotidiano spagnolo Marca che lo ha definito, grazie alla sua capacità di creare numerose occasioni da rete, una delle rivelazioni del campionato da poco concluso. Salvatore Campilongo, ex allenatore dell’Empoli, ha recentemente confermato le parole di Sarri, elogiando la «grande intelligenza» di Valdifiori «nel capire la giocata» e le sue ottime qualità sul campo.