Un numero verde (800.960.528) contro l’omofobia. In occasione della settimana in cui è stata indetta la Giornata mondiale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia, la Cooperativa Sociale Eco si è fatta promotrice di uno studio che ha voluto approfondire le dinamiche online che hanno a che fare con tematiche LGBT, le conversazioni che ne scaturiscono e le emozioni che generano in chi ne prende parte o che si trova ad esserne spettatore.
Secondo il sondaggio della cooperativa Sociale Eco onluspresieduta da Valeria Nigido il web è il catalizzatore di commenti o contenuti a carattere discriminatorio. Facebook risulta essere il Social Network in cui più capita di leggere tali contenuti/commenti con quasi il 60% delle preferenze, seguito da Instagram con circa il 20% e da TikTok con il 12%. Secondo il campione analizzato la problematica è molto viva e gli Under 30 sono i più sensibili a discuterne. Più dell’80% degli intervistati conosce il significato della sigla LGBT+ e del termine omolesbitransfobia. Più del 50% del campione conosce persone che fanno parte della comunità LGBT+; Se il 38% del campione dichiara di aver vissuto o assistito ad episodi (dal vivo) di discriminazione legata ad orientamento sessuale e/o identità di genere, il 65% ha assistito a episodi online. Più del 75% del campione ritiene sia necessaria una legge che tuteli le persone dalla discriminazione a carattere omolesbitransfobico.
“Lavoro quotidianamente con i social e non riesco neanche a quantificare il numero di volte che mi capita di incappare in commenti o contenuti a carattere discriminatorio – afferma Valeria Alinei, social media manager ed autrice del sondaggio – che sia nei confronti dei migranti o della comunità LGBT+. Penso ci sia ancora molta ignoranza in materia: si tende con più facilità ad odiare ciò che non si conosce, ciò che ci sembra alieno e (in quanto tale) minaccioso. Faccio parte della comunità LGBT+ ed è inevitabile provare una fitta al cuore ad ogni commento che ha radice in questa ignoranza, condita da rabbia, odio e disprezzo. È per questo che è necessario, da un lato, una normativa che tuteli da questa tipologia di discrimine, ma – dall’altro – c’è un disperato bisogno di investigare gli aspetti sociologici e psicologici che rendono i social network spesso così “violenti””.
“La cooperativa Eco – spiega Sofia Flauto, promotrice dell’iniziativa – ha da sempre una visione concreta rispetto alle problematiche che affliggono il mondo dei più deboli, dei bambini, delle donne. Ecco perché abbiamo messo a disposizione un numero verde per raccogliere tutte le denunce e girarle poi alle autorità competenti perché si possano fare le verifiche e predisporre gli aiuti necessari. Omofobia, bifobia e transfobia sono una piaga del nostro tempo ed ognuno deve contribuire a debellarla”
La cooperativa Eco è impegnata in un progetto di cyberbullismo nelle scuole per promuovere azioni volte al contrasto della violenza di genere e del bullismo in tutte le sue forme. Una educazione che deve partire dai bambini, dal loro senso civico, bambini che saranno gli adulti di domani. Grazie ai finanziamenti della Regione Campania la Cooperativa Eco ha messo in campo una serie di azioni volte a contrastare il fenomeno. Proprio in questi giorni nelle scuole di Ischia un tecnico informatico ha illustrato i pericoli che si corrono attraverso internet. La cooperativa è impegnata in azioni di promozione nelle scuole in maniera gratuita dove anche i ragazzi saranno informati dell’esistenza del numero verde”