Un team ricercatori dell’Istituto di Scienze Applicate e Sistemi Intelligenti (Isasi-Cnr) delle sedi di Pozzuoli e Lecce, in collaborazione con l’Université du Maine e con l’Università del Connecticut, sono stati riconosciuti come leader nel settore dell’olografia digitale, pubblicando un saggio sulla prestigiosa rivista Light: Science & Applications della Nature Publishing Group (impact factor 13.625).
Il saggio si concentra sulle principali e più importanti tecniche di ricostruzione olografica in grado di eliminare il rumore speckle, vero spauracchio degli ologrammi digitali, legato all’utilizzo di sorgenti ad alta coerenza come il laser e che ne pregiudica la qualità.
L’eliminazione, o quanto meno la riduzione, del rumore speckle, che disturba gli ologrammi digitali, è un cosiddetto “hot topic” nella comunità scientifica internazionale dei settori dell’ottica e della fotonica. Ad oggi si contano più di 5000 contributi scientifici sull’argomento negli ultimi 20 anni.
“Esistono tantissime tecniche e software per la mitigazione dell’effetto del rumore speckle su immagini olografiche, che producono risultati incredibili”, spiegano Vittorio Bianco, assegnista presso Isasi-Cnr, e Pasquale Memmolo, ricercatore di Isasi-Cnr.
“Tuttavia non esiste una tassonomia di queste tecniche e spesso gli utilizzatori delle stesse perdono la maggior parte del loro tempo a cercare la migliore soluzione al loro caso specifico”, puntualizzano Marco Leo, Cosimo Distante e Melania Paturzo, ricercatori di Isasi-Cnr.
I risultati presentati nel saggio fotografano la realtà del settore, indirizzando gli utenti e i lettori verso le metodologie oggi più note e rendendo, di fatto, semplice l’individuazione della strategia opportuna da utilizzare per gli scopi scientifici degli stessi. “Abbiamo fatto un lavoro certosino nell’inquadrare le migliaia di tecniche note in letteratura, cercando di focalizzare l’attenzione su quelle più robuste e performanti”, conclude Pietro Ferraro, direttore di Isasi-Cnr.