Al Teatro Arcobaleno di Roma, prodotto dal Cantiere Giovani della Compagnia Mauri Sturno diretta da Glauco Mauri, con la regia di Ilaria Testoni e l’adattamento di Glenda Ray, va in scena un inconsueto Otello, riletto da una coppia di giovani donne attraverso la lente attuale del razzismo e delle differenze sociali, già presenti nel testo originale di William Shakespeare.
E se Otello fosse Rom? Se Otello oggi rappresentasse la “diversità” e l’alterità sociale vittima di inganno?
“Tutto cio’ che rifiutiamo e odiamo si impossessa di noi, tutto ciò che amiamo e integriamo ci rende liberi” diceva Bert Hellinger, ciò che è sconosciuto ci fa paura, ciò che è diverso ci atterrisce.
Da sempre, fino ad oggi, le culture diverse si sono scontrate, temute, spesso ripudiate. Razzismo, integrazione, diversità sono temi contemporanei, ma Shakespere col suo Moro di Venezia, Otello, ha raccontato anche la storia del suo tempo, 400 anni fa.
“Mi sono a lungo interrogata verso quale cultura, oggi, il nostro odio ha puntato il dito” spiega Ia regista Ilaria Testoni “e sono arrivata alla conclusione che Otello non poteva che essere un Rom nella visione contemporanea del testo. Così l’odio di Jago verso Otello, misto alla gelosia per l’incapacità di raggiungere il suo grado e i suoi meriti, diventa un odio feroce verso una cultura incomprensibile, ‘sconosciuta e quindi spaventosa’. E per lasciare una buona contraddizione tipica dell’animo umano, Jago – nell’opera sposato con Emilia – convive con la sua donna che è anche lei Rom. La disprezza, sì, ne abusa, ma la tiene con sé“.
Ad alternarsi nei ruoli di Otello e Iago, come fu per Salvo Randone e Gassman due nomi della Compagnia Mauri Sturno: Mauro Mandolini e Camillo Marcello Ciorciaro.
In scena fino al 27 maggio al Teatro Arcobaleno, l’Otello nelle mani di Ilaria Testoni e Glenda Ray, con un cast di attori giovani e talentuosi – Mauro Mandolini, Camillo Marcello Ciorciaro, Francesca Dinale, Ilaria Amaldi, Laurence Mazzoni/Valerio Camelin, Roberto Di Marco, Fabrizio Bordignon, Michela Giamboni – diventa l’occasione per confrontarsi con un grande classico senza tempo, in una versione che rispecchia il presente senza tradire l’originale. (Foto di Manuela Giusto)