Mentre la sonda JUNO della NASA invia a Terra le prime, spettacolari immagini di Giove, il cacciatore di esopianetiKepler dell’agenzia spaziale USA scova un pianeta gemello del gigante gassoso in un sistema stellare distante 2.000 anni luce. A individuarlo, attorno a una stella denominata EPIC 212803289, un team di astronomi del German Aerospace Center’s (DLR) Institute of Planetary Research di Berlino, guidato da Alexis Smith. Lo studio è stato pubblicato sull’archivio online di pre-prints scientifici arXiv.org.
La stella attorno alla quale orbita il nuovo pianeta si trova nellacostellazione Virgo. Sebbene abbia una temperatura simile a quella del Sole, è circa tre volte più grande, e la sua massa corrisponde a poco più di una volta e mezza quella della nostra stella. Secondo gli autori, potrebbe trattarsi di un buon candidato per ospitare un mondo alieno.
“Per una completa identificazione di questo nuovo candidato esopianeta, è stato necessario effettuare misure della sua velocità radiale, per poter stimare ad esempio la sua massa – commenta Alexis Smith su Phys.org -. Queste ulteriori osservazioni sono state condotte da quattro grandi telescopi terrestri”.
Il nuovo esopianeta, battezzato EPIC 212803289 b dal nome della stella attorno alla quale orbita, è simile a Giove. Il suo raggio è 1,29 volte più grande e la sua massa solo il 3% inferiore a quella del gigante gasso del Sistema solare. La sua temperatura,di circa 1.000 gradi Celsius, ha spinto gli astronomi a classificarlo come un cosiddetto Giove caldo.
Il suo destino, però, potrebbe essere già segnato. Secondo gli astronomi, infatti, la sua stella madre dovrebbe trasformarsi in una gigante rossa in un tempo piuttosto breve, astronomicamente parlando, 150 milioni di anni. Finendo, quindi, per inghiottirlo.
Insieme al Giove caldo, gli astronomi tedeschi sospettano, inoltre, la presenza di un terzo corpo celeste, a costituire così un piccolo sistema planetario. Un oggetto cosmico di massa superiore a 22 volte quella di Giove. Secondo gli scienziati, potrebbe trattarsi di una nana bruna. Per poterlo affermare con certezza, però, sostengono che sarà necessario effettuare ulteriori osservazioni nell’arco di uno o due anni. Analisi preziose perché, come sottolineano gli autori nel loro studio, non sono molti gli esopianeti scoperti in orbita attorno a stelle giganti, più grandi del Sole: appena una decina.