Si è svolta in questi giorni al Pan, il Palazzo delle Arti di Napoli, la mostra di fotografia contemporanea di Steve McCurry, il grande fotoreporter statunitense, reso celebre per la fotografia Ragazza afgana, pubblicata come copertina del National Geographic Magazine nel giugno del 1985.
E così c’è tutta una cascata di emozioni, dal minatore dell’Afghanistan che dopo ore di duro lavoro nelle buie e asfissianti miniere asiatiche è immortalato mentre è intento a fumarsi una sigaretta nella sua breve pausa fino ai piccoli monaci buddisti intenti a giocare con dei videogiochi come dei ragazzi qualunque della loro età in uno dei Paesi del consumismo occidentale; dai burka colorati delle donne senza identità all’incredibile donna giraffa del Myanmar, fino alla New York dei nostri giorni con un enigmatico DeNiro nel suo studio cinematografico.
Il progetto espositivo curato da Biba Giacchetti propone quindi un viaggio a 360 gradi nel mondo di McCurry, un fotografo impegnato che, attraverso il suo vasto e affascinante repertorio di immagini, riesce a cogliere l’attimo di un volto e a far parlare ogni personaggio, denunciando soprattutto la crudeltà e al tempo steso la stupidità di un’umanità che tutt’oggi non è in grado di mettere da parte i suoi meschini interessi e abbandonare quel gioco stupido che si chiama guerra.
“Una lezione di fotografia e di umanità che ha affascinato dal primo scatto reso noto e continua a catturare invitando ad ammirare l’altro con la stessa curiosità e meraviglia del nostro autore” . Così Nino Daniele, Assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli.