Il cucciolo di siamango (Symphalangus syndactylus) nato allo Zoo di Napoli, è presente in natura nelle foreste montane della Malaysia e di Sumatra fino a un’altitudine di 3000 metri, è un animale in pericolo di estinzione e presenta sulla gola un vistoso rigonfiamento in corrispondenza della laringe. Questa specie di sacca si gonfia durante l’emissione dei suoni e permette un vasto repertorio di vocalizzazioni dai toni decisamente alti e talmente forti da poter essere uditi anche a chilometri di distanza. Il mantello è lungo, morbido e lucido e ha una colorazione nera, tranne sul mento, dove è biancastro, e sulla gola, dove la pelle è nuda. Anche la faccia, praticamente priva di pelo, è nera. Di abitudini arboricole, il siamango si sposta da un ramo all’altro con incredibile agilità e scende a terra di rado; le rare volte in cui si muove sul terreno, cammina in posizione eretta. Si nutre di foglie in quantità maggiore rispetto ai gibboni, ma gradisce anche frutti, insetti, uova e piccoli vertebrati.
Ciò che è accaduto allo Zoo di Napoli è frutto di un lavoro di squadra, e tanto impegno che ha portato al risultato di una nuova vita. La specie è attualmente considerata dalla International Union for Conservation of Nature (IUCN) in via di estinzione. La minaccia più grande, è la perdita di habitat: l’areale delle foreste pluviali tropicali in cui questa specie sopravvive e che è ormai frammentata ed estremamente ridotta di dimensioni. Perciò il ruolo dei giardini zoologici oggi è fondamentale per le azioni di conservazione sia in natura (in situ) che ex situ (lontano dalla regione di origine della specie).
La riproduzione è sintomo di benessere, questo accade solo in condizioni ottimali, quando gli animali rassicurati dall’ambiente, investono le proprie energie per la riproduzione e solo nel caso in cui sono rispettate le condizioni etologiche della specie il percorso di crescita del piccolo procede nella giusta direzione.