Una scoperta che potrebbe portare indietro le lancette dell’orologio del Dna, migliorando il processo di riparazione delle mutazioni avvenute nel corso degli anni. E aiutare, così, anche gli astronauti in un loro futuro viaggio verso Marte.
Un team di ricercatori dell’Harvard Medical School di Boston e dell’University of New South Wales, a Sydney, ha individuato una tappa chiave nel processo molecolare che permette alle cellule di riparare i danni del Dna.
I dettagli dello studio sono appena stati pubblicati su Science. La ricerca fa riferimento sia agli errori legati all’invecchiamento, che a quelli dovuti all’esposizione alle radiazioni ionizzanti.
Quest’ultimo punto, in particolare, ha attirato le attenzioni dellaNASA, che nei mesi scorsi ha assegnato alla ricerca il premioiTech per le idee più innovative sul futuro dell’esplorazione spaziale.
In una futura missione su Marte, infatti, una delle difficoltà principali è legata alla tutela della salute degli astronauti che, nel viaggio verso il Pianeta Rosso, saranno esposti a un lungo bombardamento di raggi cosmici mutageni.
Gli autori hanno scoperto una piccola molecola del metabolismo cellulare che, se fornita ai topolini di laboratorio, ne migliora i processi di riparazione del Dna. “Le cellule dei topolini più vecchi, dopo una sola settimana di trattamento, sono indistinguibili da quelle degli animali più giovani”, spiega David Sinclair, coordinatore del team di ricerca.
La fase di sperimentazione sull’uomo avrà inizio tra sei mesi. “È un passo importante – conclude lo studioso – verso la futura realizzazione di nuovi farmaci, con l’obiettivo di proteggere il Dna dagli insulti del tempo”.