Oltre il 50% della popolazione europea quando mangia assume anche sostanze chimiche pericolose superiori ai livelli soglia di sicurezza settimanali. Alcune fasce della popolazione, come ad esempio le donne in stato interessante, i neonati e i bambini entro i tre anni di vita, sono maggiormente esposte alle possibili conseguenze per la salute.
Ultrabio: accertare i livelli di contaminazione
Il dato che arriva dall’Efsa, European Food Safety Authority, è il punto di partenza di un lavoro del Bioscience Research Center (BsRC), struttura di ricerca collocata all’interno della fondazione Toscana Life Sciences di Siena, che ha portato alla realizzazione di un’applicazione che permette, in maniera semplice, di accertare se il cibo utilizzato giornalmente e anche settimanalmente possiede ha livelli pericolosi di contaminazione.
“L’applicazione non è un dispositivo medico, ma rende possibile la stima dell’esposizione teorica a sostanze chimiche potenzialmente pericolose utilizzando il dato associato dall’Efsa all’alimento generico e di mettere in relazione il dato di assunzione al proprio peso corporeo“.
Chi utilizza l’applicazione inserisce i propri dati relativi al peso, sesso ed età e accedendo alla schermata che permette di inserire giorno per giorno le dosi di alimento consumato. Sono attivate anche funzioni specifiche per porre in condizioni di maggiore cautela le donne in stato interessante. Al momento dell’inserimento l’utente puo’ visualizzare graficamente, per ogni sostanza chimica considerata, il livello di esposizione soggettivo rispetto alla soglia settimanale consigliata dall’Efsa. Ultrabio, prodotto pensato per non esperti, fornisce report giornalieri e settimanali per permettere la correzione di eventuali criticità bilanciando l’alimentazione e restando sotto la soglia settimanale prevista.