Ulisse Sartini rende omaggio a Leonardo da Vinci, in occasione dei cinquecento anni dalla morte, con oltre trenta dipinti e altrettanti disegni. Le opere, tutte inedite, saranno presentate a Milano, Sacrestia del Bramante in Santa Maria delle Grazie, nella mostra “Ulisse Sartini. La virtù della bellezza. Omaggio a Leonardo”, a cura di Giovanni Gazzaneo, dal 16 dicembre 2018 al 13 gennaio 2019.
L’esposizione offre un ciclo di dipinti, realizzati nel 2018, ispirati ai capolavori leonardeschi: Monna Lisa, la Madonna dei fusi, l’Annunciata, la Belle Ferronière… Scrive Giovanni Gazzaneo, curatore della mostra: «Le opere rinascono non come copie impossibili dell’originale, ma come ritratti dal vero e opere sacre, che nelle atmosfere, nei tagli di luce, nei gesti delle mani, nei particolari dei panneggi del maestro del Rinascimento trovano una sorgente viva e inesauribile per un nuovo percorso creativo».
L’evento si colloca a poca distanza dal Cenacolo e prosegue il dialogo iniziato nel 2016 con la mostra della grande tela di Sartini, dedicata al Mistero eucaristico, ora collocata nel Duomo di Piacenza, e ispirata proprio all’Ultima Cena di Leonardo.
I dipinti del grande maestro del Rinascimento sono gemme rare. Nella sua multiforme attività creativa, nel corso di oltre cinquant’anni, le opere di sicura attribuzione giunte fino a noi sono una ventina. «Alcuni dipinti ricordati dalle fonti – dice il professor Antonio Paolucci – sono andati perduti (la pala della Cappella di San Bernardo in Palazzo Vecchio, la Medusa delle collezioni medicee), altri sono rimasti incompiuti (l’Adorazione dei Magi degli Uffizi, il San Girolamo della Pinacoteca Vaticana), altri ancora (la pittura murale con la Battaglia di Anghiari) si sono rovinati in corso d’opera per difetti tecnici di esecuzione. In realtà, per Leonardo da Vinci la pittura più che un fine era un mezzo. Era uno strumento di conoscenza, di ricerca scientifica, di sperimentazione professionale di avanguardia. Era quindi una attività eminentemente intellettuale, tesa a comprendere, attraverso l’imitazione e l’interpretazione della natura, la gran macchina del mondo». Ma grazie alla pittura Leonardo ci ha donato alcune opere che sono tra le grandi icone della storia dell’arte, entrate a far parte dell’immaginario universale dell’umanità: dal volto della Gioconda al dramma dell’Ultima Cena.
Ulisse Sartini, nel rendere omaggio al genio di Vinci, non teme di confrontarsi con la bellezza che Leonardo ha saputo generare, perché tutta la sua vita è stata un confronto con la grande arte del passato e in questo dialogo ha saputo offrirci codici iconografici e linguaggi per i nostri giorni. «Penso che la mia modernità – afferma Sartini – sia proprio quella di aver osato tornare alla grande lezione del Rinascimento e dell’arte veneta, di quei maestri che ho sempre sentito vicini, come Moroni, Tiziano, Tintoretto. Rendere omaggio a Leonardo rientra in quello che è il mio orizzonte creativo». Questo è il cuore stesso del pensiero dell’artista e del suo essere pittore: respicio praeterita, aspicio presentia, prospicio futura, «osservo il passato, guardo il presente, scorgo il futuro». Nella citazione di Adamus Scotus – nel nesso inscindibile dello scorrere del tempo (che poi è la sostanza stessa della vita degli uomini) – si svela la coscienza dell’impossibilità di un’arte senza storia, dell’assurdità di una creazione che per essere tale esige di far terra bruciata di tutto ciò che era prima. E così ecco rinascere Monna Lisa in un volto di bambina, lo studio di feto in un Embriocosmo, ilMusico come autoritratto dell’artista. Nei suoi ritratti Sartini continua a esprimere l’anima di chi ritrae.
Scrive Antonio Paolucci nell’introduzione del catalogo: «Utilizzare i materiali figurativi della tradizione, come fa Ulisse Sartini, dispiegando una memoria prodigiosa e una “stupefacente capacità tecnica” (Sgarbi) è possibile. Altri lo hanno fatto, al termine di altri percorsi culturali e utilizzando altri mezzi espressivi. Penso a Piero Guccione o a Bill Viola. È possibile prendere a piene mani dalla lingua antica rielaborandola, trasfigurandola, rendendola comprensibile ed efficace per le donne e per gli uomini del nostro tempo. A patto di non cadere nel citazionismo che è sterile e sgradevole sempre […]. Bisognerebbe saper usare la tradizione figurativa con la stessa naturalezza con cui usiamo la lingua letteraria, uno strumento di comunicazione che sappiamo bene essere stato costruito da Dante e da Petrarca, dal Bembo e dal Manzoni e che tuttavia ci serve per esprimere idee e valori, sentimenti e passioni del nostro tempo. Su questa strada si muove Ulisse Sartini. Entra nella grande tradizione figurativa (in Caravaggio, in Annibale Carracci), la disarticola, la analizza, sembra entrare in competizione con lei (il suo straordinario talento tecnico glielo consente) e poi ce la offre, reinventata, trasfigurata, caratterizzata dal suo specifico genio espressivo».
Accompagna la mostra un importante volume pubblicato da Edizioni Crocevia, a cura di Giovanni Gazzaneo, con immagini delle opere, dei dettagli e dei disegni preparatori in mostra, affiancate dalle riproduzioni dei lavori di Leonardo a cui rendono omaggio. Il volume è inoltre arricchito dai testi critici di Antonio Paolucci, Stefano Zuffi e del curatore.