L’UE sta adottando misure per contrastare il traffico illecito di beni culturali. Gli ambasciatori presso l’UE hanno approvato la posizione del Consiglio su un progetto di regolamento che impedirà l’importazione e il deposito nell’UE di beni culturali esportati illegalmente da un paese terzo.
Traffico illecito di beni culturali: le nuove norme
Le nuove norme permetteranno non solo di preservare il patrimonio culturale dell’umanità, in particolare i reperti archeologici che si trovano in paesi colpiti da conflitti armati, ma anche di impedire il finanziamento di attività terroristiche attraverso questi traffici.
Il regolamento riguarda i beni culturali che:
- sono creati o scoperti al di fuori dell’UE;
- stanno per essere immessi in libera pratica o essere vincolati a un regime doganale diverso dal transito;
- risalgono a più di 250 anni fa;
- hanno un valore di almeno 10 000 EUR.
Il progetto di regolamento classifica i beni culturali in due categorie in funzione del loro rischio di saccheggio e distruzione. Per la categoria più vulnerabile, che comprende i reperti archeologici, elementi di monumenti e manoscritti rari, sarà necessaria una licenza speciale, rilasciata da un paese dell’UE previa dimostrazione da parte dell’ importatore che i beni in questione sono stati esportati legalmente dal paese di origine. Altri beni, considerati meno vulnerabili, saranno importati sulla base di una semplice dichiarazione dell’importatore secondo cui i beni in questione sono stati esportati legalmente.
Traffico illecito di beni culturali: banca dati centralizzata
Le informazioni relative alle licenze di importazione rilasciate e alle dichiarazioni degli importatori saranno conservate in una banca dati elettronica centralizzata che sarà istituita dalla Commissione e resa accessibile a tutte le autorità nazionali nell’UE.
Il regolamento proposto integra il quadro normativo dell’UE esistente in materia di commercio di beni culturali, che finora recava norme relative esclusivamente all’esportazione di beni culturali e alla restituzione dei beni culturali usciti illecitamente dal territorio di un paese dell’UE.