Ucraina: “pace condizionata”, non è l’ultimo film di James Bond ma il gioco di parole che abbiamo scelto per sintetizzare il concetto espresso da Mario Draghi circa la pace in Ucraina. Un concetto che in verità assomiglia più ad una boutade e nemmeno tanto spiritosa. Mettere in relazione la Pace con i consumi, proprio lui che aveva detto che non ci s’incammina verso un’economia di guerra, è un esercizio ardito ed anche un po’ patetico.
Mario Draghi – Presidente del Consiglio italiano
“Preferiamo la pace o il condizionatore acceso?”
Nel mezzo di una conferenza stampa e rispondendo ad un giornalista era il caso di tirare fuori il ‘ricatto morale’ del secolo? E’ un modo di ragionare accettabile da parte di un capo di governo? Giocare così con il sentire dei cittadini è normale gioco politico?
Noi crediamo di no e crediamo che la pandemia e la sua gestione abbia creato un’errata percezione in questa classe politica.
Comandare è fare lo scaricabarile delle proprie responsabilità ?
Quando si è alla guida di un Paese che si professa democratico e addirittura bastona gli altri che non si dimostrano tali si deve essere consci che ci sono onori ed oneri e uno ‘statista’ di lungo corso come il nostro Presidente del Consiglio non può scivolare su una buccia di banana così evidente.
Se a fare quelle affermazioni fosse stato un qualsiasi esponente politico: un Salvini, una Meloni, un Letta o un Berlusconi qualsiasi si sarebbe sorriso amaramente e si sarebbe detto che era una posizione di parte. Se a parlare è il Capo del Governo allora ci si aspetta che le parole siano misurate e ben tarate. Soprattutto se a parlare è una persona di grande esperienza istituzionale.
E’ tutto sbagliato
La gestione di questa situazione di guerra è, secondo il nostro modo di vedere, assolutamente sbagliata in ogni suo risvolto. Come Italia appoggiare ed inviare armi ad uno dei contendenti è sbagliato. Come membri dell’Unione Europea avallare la politica del sostegno armato è sbagliato. Come componente della NATO sottomettersi a tutti i voleri unilaterali all’interno di essa è completamente sbagliato.
E’ un Italia a ruota di tutto: Europa e NATO decidono sulle teste di tutti e si accetta tutto passivamente senza alzare un dito. Nessun dibattito e nessun contraddittorio ma solo l’attuazione supina di quanto altrove deciso. Nessuna autonomia di giudizio e nessuna voglia di costruire una Pace vera, questo lo vede anche un bambino.
Utilizzare l’alibi morale di quanti sono massacrati in terra ucraina per veicolare un modus operandi del tutto simile all’emergenza pandemica ma con l’enorme differenza che una Pandemia non è una Guerra. La prima te la ritrovi addosso e devi fare di tutto per uscirne la seconda la scegli scientemente e la alimenti in prima persona.
La dipendenza russa
Siamo troppo dipendenti dalla Russia? Dal gas e dal petrolio russo? Ce ne accorgiamo solo oggi? Male, molto male cari signori politici. Fino a un mese fa andava tutto bene? Non eravate voi che vi riempivate la bocca con la cosiddetta transizione ecologica? Pensavate di avere ancora cento anni a disposizione? Avete toppato.
Abbiate il coraggio e l’umiltà di dire che la colpa di tutto quanto sta accadendo è vostra. Avete sopravvalutato voi stessi e sottovalutato una nazione, la Russia, ed un capo indiscusso ed indiscutibile da almeno 25 anni come Putin che fino a ieri ritenevate vostro caro amico.
Ora ci venite a dire che noi cittadini dovremmo scegliere? Una bella faccia tosta, niente da dire. Certo se rispondiamo che preferiamo il condizionatore acceso allora siamo degli egoisti vero? Se diciamo invece che siamo disposti a soffrire il caldo e sudare h24 allora siamo i bravi bambini che dicono si al papà di turno?
Sanzioni o non sanzioni, questo è il dilemma?
No, non è così; le cose non stanno affatto così. Qui l’egoismo non ‘ci azzecca‘ proprio nulla. Qui si parla della vostra incapacità politica che trova il suo trionfo nell’applicazioni di sanzioni che suonano come “quello che per far dispetto alla moglie se lo taglia”!
Le sanzioni e lo stacco repentino dalle fonti energetiche significherà la débâcle definitiva della nostra economia che entrerà di corsa come un freccia rossa in recessione. No, non siamo cassandre. Appena pochi giorni fa una grande industria di prodotti dolciari ha chiuso il suo stabilimento e mandato a casa 300 addetti perché non riesce più a sostenere le spese energetiche e di approvvigionamento delle materie prime.
E’ solo l’inizio dei risultati delle vostre folli sanzioni che avete scelto come strada risolutiva di una questione che andava affrontata con una decisa azione diplomatica preventiva. Quell’azienda rischia di essere solo la prima e quei 300 solo i primi disoccupati dovuti a recessione economica. Recessione significa fame, ma non per modo di dire: fame vera!
La scelta che ci propone, sig. Presidente, fra la pace ed il condizionatore è fatta per cominciare ad abituarci a quello che avete deciso ci aspetta di qui a poco?