Non c’è tregua in Ucraina, i combattimenti proseguono, è guerra civile. Non sono state ancora rilasciate le due squadre OCSE trattenute dai filorussi, inviate la scorsa settimana per monitorare la situazione nella zona est del paese.
La prima squadra dei 4 osservatori OCSE è stata inviata lunedì scorso nella regione di Donetsk dove è stata trattenuta, mentre gli altri 4 osservatori più un traduttore sono stati fermati giovedì nei pressi della regione Luhansk. Queste le regioni dove la situazione rimane estremamente tesa, ovvero nelle due “Repubbliche” che si sono dichiarate indipendenti lo scorso aprile.
E tra scontri e proteste Petro Poroshenko è salito al governo con il 54,7% dei voti. Mentre infatti l’Europa era impegnata a scegliere i nuovi membri dell’Europarlamento, in Ucraina i cittadini votavano per le presidenziali. Un voto che non ha coinvolto tutte le regioni, infatti come hanno riportato i media locali quasi tutti i seggi nella regione di Donetsk sono rimasti chiusi: dei 2.430 seggi precisi, solo 308 erano aperti.
Il nuovo presidente si è schierato apertamente con l’Europa e con gli Stati Uniti, e sembra deciso a dare manforte alle milizie ucraine per combattere i terroristi, ha detto. Come infatti riportano le agenzie di stampa ucraina Poroshenko ha dichiarato “Dobbiamo fare tutto il possibile per impedire che altri ucraini muoiano per mano di terroristi e banditi. Questi atti criminali da parte dei nemici del popolo ucraino non resteranno impuniti”.
Le milizie della Guarda Nazionale Ucraina sono entrate in azione contro i “terroristi” ma le notizie che giungono parlano di civili, i video che circolano in rete mostrano gruppi armati attaccare civili disarmati e sparare su ambulanze, un conflitto in cui hanno perso la vita anche due giornalisti italiani, il fotoreporter Andy Rocchelli e il suo collega e interprete russo Andrei Mironov.
Il comitato d’indagine russo, nell’ambito di una inchiesta in corso, ha infatti accusato le forze armate ucraine di violare la convenzione di Ginevra sulla protezione dei civili per l’uso di truppe e armamenti contro gli abitanti nell’est dell’Ucraina. I leader dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk (Dnr) denunciano l’uso di “proiettili a frammentazione”, banditi dalle convenzioni internazionali, da parte delle forze ucraine.
Un’escalation di violenza che è scoppiata con forza dopo le elezioni, nell’aeroporto di Donetsk in cui hanno perso la vita 50 ribelli, e ieri nella città di Sloviansk i ribelli hanno dichiarato che le milizie ucraine hanno bombardato la città, colpendo l’ospedale pediatrico. “Alcuni bambini ricoverati nell’edificio, per fortuna sono rimasti illesi”. Ieri a Sloviansk i filorussi hanno abbutto un elicottero causando la morte di 14 militari ucraini.
Il nuovo presidente sembra dunque deciso a continuare questa guerra contro i “terroristi”, appoggiato da Unione Europea e USA in un botta e risposta che coinvolge tutti, nessuno escluso.