Secondo il sindaco di Mariupol, Vadym Boychenko, in due mesi di guerra, nella sua città, i russi hanno ucciso 20.000 civili mentre altre 40.000 persone sono state allontanate con la forza. Un numero, quello delle vittime, che raddoppia il bilancio dell’invasione nazista della seconda guerra mondiale durata due anni e che fece, appunto, 10.000 vittime tra i civili. Mariupol è diventata suo malgrado una città simbolo di questa guerra tra Russia e Ucraina. Perché Putin si sta accanendo contro di lei?
Alle porte del Donbass
Fondata nel 1788 sulle sponde del mar d’Azov con il nome di Pavlovs’k, nel giro di due anni la città si sviluppò grazie all’arrivo di emigrati dalla Crimea di origine greca. Il suo nome cambiò presto in Mariuopolis, Marianoupolis o Mariampol’ e nel 1882 divenne il porto più importante del Mar d’Azov: la città era collegata tramite la ferrovia al bacino del Donez, ricco di ferro e carbone. Durante la seconda guerra mondiale, fu uno degli obiettivi dell’Operazione Barbarossa (il piano d’invasione della Russia da parte della Germania). L’occupazione nazista di Mariupol, come dicevamo, è durata due anni. Dal secondo dopoguerra Mariupol è diventata il perno dell’industrializzazione ucraina in quanto centro importante per il commercio del grano e per le sue acciaierie.
L’inferno di Mariupol
Acciaierie come la Azovstal balzata agli onori delle cronache come “l’ultimo baluardo della resistenza ucraina”. Nella giornata di sabato 30 aprile un cessate il fuoco ha permesso l’inizio delle operazioni per far uscire dallo stabilimento i civili e i militari ucraini feriti che vi avevano trovato rifugio dagli attacchi. Nulla di fatto, dunque, per la Russia che dopo due mesi di guerra non è riuscita a conquistare questa città che rappresenta un obiettivo strategico. Non è la prima volta che Mariupol resiste agli attacchi russi. Già nel 2014, con l’annessione della Crimea, la Russia aveva attaccato la città ucraina ma senza successo. Con la fine delle ostilità Mariupol poi era entrata a far parte della Repubblica Popolare di Doneck (autoproclamata) per poi essere subito riconquistata dall’Ucraina
Mariupol: perché la città ucraina è importante per la Russia
Perché Mariupol è così importante per la Russia? La sua posizione geografica risponde in parte alla domanda. Conquistando Mariupol (dopo aver già preso Kherson), Putin potrebbe aprirsi un corridoio che unisce Crimea (annessa nel 2014) e Donbass (riconosciuto autonomo subito prima dell’invasione dell’Ucraina). Un corridoio che consentirebbe alle truppe russe dislocate in diversi punti dell’Ucraina meridionale di ricongiungersi e sfilare verso Nord-Ovest per continuare la sua avanzata. Mariupol, dicevamo, è uno snodo commerciale importante, conquistarla metterebbe in serie difficoltà l’economia ucraina. Con la città caduta nelle sua mani, la Russia avrebbe il pieno controllo del mar d’Azov. Oltre ad avere un risultato concreto, il primo, da sbandierare in patria. Dopo due mesi di attacchi ferocissimi che stanno facendo migliaia di vittime e di sfollati, Putin non ha raggiunto ancora nessuno dei suoi obiettivi (Kherson ha un’importanza strategica relativa). La caduta di Mariupol sarebbe un solido rinforzo per la propaganda interna.