“Assistiamo all’impotenza dell’ONU“. Lapidario come spesso è Papa Francesco ha riassunto in una frase di cinque parole tutto il dramma che stiamo vivendo. La consapevolezza più drammatica è proprio quella che sarà molto difficile, se non impossibile, fermare questa guerra.
Semplicemente perché non c’è nessuno che lo faccia; nessuno che lo voglia realmente fare.
Jens Stoltenberg – segretario della NATO
La guerra durerà a lungo e può andare avanti mesi, anni
Questa è la realtà, al di là della propaganda da una parte e dall’altra e le bombe che cascano sulle teste dei civili o gli orrori di Bucha che si sono verificati e che sicuramente si ripeteranno in chissà altri posti simili li. La cruda realtà è che questo conflitto ha un’anomalia di base: è molto parlato in termini di proclami e tentativi di proselitismo ma nessuna delle parti in causa pensa seriamente alla pace.
Papa Francesco
L’unica voce ‘super partes’ dissonante nel panorama mondiale rimane solo quella del Papa, purtroppo. Una voce autorevole, certo, ma che ha poca valenza pratica perché tutti affermano di tenerne in debito conto ma in realtà la risonanza che ne deriva è più spesa in ambito morale che non pratico, e di morale questa come tutte le guerre non ha proprio nulla.
Il grido di dolore di Francesco è dilaniante, dovrebbe ridurre le anime a brandelli ma – in realtà – viene accolto anche con malcelato fastidio non solo dai contendenti ma anche dagli altri attori internazionali che sono troppo impegnati, ormai, a schierarsi da una parte o dall’altra.
Vero è che dalla parte della Russia si schierano in pochi – per fortuna? – ma quei pochi si chiamano Cina e India, per esempio, oltre altri attori più marginali dell’est europeo. Il grosso dei Paesi, USA in testa, sta con l’Ucraina e con il racconto quotidiano che si fa dal teatro di guerra.
C’era una volta l’ONU
Papa Francesco ha messo il dito nella piaga e quella piaga si chiama ONU. Un’istituzione completamente bloccata da veti e contro-veti. Imbalsamata e cristallizzata dal suo azionista di maggioranza come in una qualsiasi SpA privata. Quell’azionista di maggioranza – gli USA – che poi muovono i fili anche della NATO a loro piacimento.
Non una parola e non un gesto che possa far anche lontanamente pensare che un organismo internazionale così importante possa entrare in gioco per risolvere il conflitto inducendo le parti in causa a sedersi al tavolo delle trattative sotto la propria egida.
Un soggetto terzo e altro che avrebbe dovuto agire fin da subito per togliere il bandolo della matassa dalle mani di una o dell’altra parte e – soprattutto – dalle mani di chi muove tutto da dietro le quinte, ma nemmeno tanto, con invii continui di armi e intelligence militare in Ucraina. Via dalle mani di chi comodamente seduto in un altro continente gioca a questo ignobile Risiko sulla pelle della povera gente ucraina.
L’ONU e la guerra fredda che si è riscaldata, anche troppo
Non è più tempo di guerra fredda, mai questo conflitto doveva vedere la luce. Putin non è impazzito da un giorno all’altro come si cerca di far trapelare magari condendolo anche con il gossip di una presunta malattia che influenzerebbe il suo scibile. Vladimir Putin è sempre stato questo ed ha sempre agito allo stesso modo.
Le difficoltà ad avere un regime democratico, alla più semplice ripartizione dei poteri, alla tolleranza delle minoranze e delle opposizioni sono cosa vecchia per la Russia da quando è caduto il Muro e si è sgretolata la potenza sovietica.
Era sotto gli occhi di tutti. Soprattutto era sotto gli occhi di fino ad ieri lo lodava e ne tesseva le lodi, in Italia ma non solo, ed oggi non ha nemmeno il coraggio di pronunciarsi in merito. Gli stessi che si sono affrettati a congratularsi con il premier ungherese appena rieletto, per esempio.
Il gas
Si sono chiusi contratti miliardari sul gas; ci si è adagiati all’abbeveratoio energetico russo per decenni ed oggi il Premier Draghi si permette, addirittura, di dire al popolo italiano di scegliere fra la pace ed il condizionatore?
Ancora una volta il potere cieco combina guai e i popoli ne devono subire le conseguenze? Le sanzioni alla Russia sono solo provvedimenti tafazziani, si abbia almeno il coraggio di riconoscerlo pubblicamente. La storiella di procurare danno economico alla Russia così da impedirle di spendere per la guerra è solo una favoletta buona per i bambini.
Solo il Papa
La responsabilità e la coerenza di dire che abbiamo sbagliato tutto, anche il riconoscimento di tanti governi non proprio trasparenti in Europa e non solo, chi se la prende? Chi, soprattutto, alla luce di questa responsabilità cercherà di trascinare tutti al tavolo delle trattative di pace?
Ebbene, è rimasto solo il Papa. Oggettivamente. La diplomazia vaticana è l’unica che in questo momento ha un briciolo di autorevolezza per prendere tutti per le orecchie e tentare di far rinsavire i contendenti.
Inutile che storciate il naso e commentate che stiamo equiparando invasori ed invasi e che il popolo ucraino ha il diritto di difendersi, cosa del tutto pleonastica. Qui o siamo in grado di metterci al fianco di quel popolo e mettere fine alle sue sofferenze (che significa scendere in una terza guerra mondiale termo nucleare, sia chiaro a tutti) oppure l’unica via è obbligare in tutti i modi tutti a sedersi e trattare la pace. Subito!