Ucraina armi e non Pace, questo è quanto purtroppo dobbiamo registrare ancora oggi ad un anno in pratica dall’inizio del conflitto nel Paese ad est dell’Europa. Una guerra che non conosce sosta e si autoalimenta ogni giorno di più malgrado le sanzioni e la riprovazione internazionale alla Russia.
Ciò che maggiormente colpisce di questo conflitto è la progressione quasi “naturale” che si sostanzia in una sorta di escalation che ha innescato una spirale senza fine che si avvita, sempre meno virtuosamente ma sempre più delittuosamente, su se stessa.
Ci saremmo aspettati, quantomeno, che qualche voce si alzasse per invocare la Pace ma, invece, sembra che la lettura del conflitto russo-ucraino assomigli sempre più propaganda e sempre meno ad informazione – seppure difficoltosa – dal tetro teatro delle operazioni.
Questo gioco al massacro vede da un lato un Paese da tutti ritenuto aggressore (Russia) con una potenza di fuoco smisurata (?!); dall’altro un Paese che si difende (Ucraina) e pare non preveda mai alcuna ipotesi di apertura di un giusto tavolo diplomatico ma solo una richiesta incessante e pedissequa di armi sempre più letali da parte di questo.
Questa è una realtà davvero ineluttabile, come si lascia trasparire dai diversi schieramenti, oppure c’è un’altra via che faccia tacere le armi e non ci conduca dritti dritti al terzo conflitto mondiale?
Foto di Дмитрий Буханцов da Pixabay