Un Sud senza tempo
Tutto qui di Nicola Guarino edito da Graphe.it è una raccolta di racconti che ha quasi sempre come protagonista un solo individuo. La scelta dell’autore non è causale, perché nelle otto storie che compongono la raccolta, è l’individuo, con la sua quotidianità, le complessità e le fragilità ad essere al centro dell’universo narrativo di Nicola Guarino.
Tutte le storie narrate in Tutto qui si dipanano tra Parigi e Napoli, quest’ultima ben nota all’autore e da cui ha saputo sviscerare deliziosi dettagli. La prosa di Nicola Guarino, pulita e diretta, dona alla raccolta indubbia dinamicità, che si alterna spesso a tratti malinconici ma anche ricchi di ironia.
Come di consueto, nella nostra intervista abbiamo chiesto all’autore non solo qualche dettaglio in più sul suo libro ma anche qualche curiosità legata al mondo della scrittura.
Tutto qui di Nicola Guarino
Salve Nicola, lei è nuovo qui a Cinquecolonne Magazine, si vuole presentare brevemente ai nostri lettori?
Mi chiamo Nicola Guarino sono nato ad Avellino, per gran parte della mia vita ho vissuto a Napoli dove mi sono laureato in Giurisprudenza e ho svolto l’attività di avvocato conoscendo mia moglie che è francese. Dopo aver conseguito un diploma all’Università per stranieri di Perugia mi sono dedicato all’insegnamento della lingua italiana presso l’Università Sorbona di Parigi dove vivo da circa diciotto anni. Studio linguaggio cinematografico e a Napoli e a Parigi ho organizzato diversi festival e incontri dedicati alla settima arte. Sono l’ideatore del sito Altritaliani.net, giornalista e insomma tutte queste esperienze ed altre, che per brevità non cito, mi hanno spinto verso la scrittura e il racconto.
Tutto qui è una raccolta di racconti. C’è qualche elemento che accomuna tutte le storie? Una sorta di filo rosso che le unisce?
Credo che inevitabilmente uno scrittore nel raccontare si racconta, le storie sono spesso frutto di fantasie nate anche da frammenti di realtà, da storie di vita ascoltate o vissute, indubbiamente, alcuni racconti sono fortemente autobiografici, alcuni dei personaggi appaiono e scompaiono tra le pagine delle varie storie. Probabilmente è vero quello che dice il mio editore (Graphe.it di Perugia), questo libro si può anche leggere come un romanzo. Infine, un elemento comune al racconto è la scrittura. Provenendo da una cultura cinematografica, il mio intento era di raccontare in modo non pesante, dare ritmo, per questo il mio scopo è il coinvolgimento del lettore il tenerlo legato con passione alla pagina e ai colpi di scena della narrazione. Se ci sono riuscito? Tocca ai lettori rispondere.
Al centro degli otto racconti c’è sempre l’individuo con le sue complessità. Lei ha scelto di narrare storie di persone insoddisfatte che restano statici difronte alla vita e al futuro. Perché ha scelto di parlare di questo aspetto? C’è stato un evento, una storia che ha fatto da scintilla?
Il nostro mondo di oggi ha perso il senso della partecipazione attiva e collettiva alla storia e agli sviluppi della società. Siamo sette miliardi e mezzo di persone sempre più sole, che vivono in un mondo sempre più destinato alle semplificazioni e alle omologazioni. I miei personaggi non sono statici, anzi spesso sono ribelli; hanno cercato di rompere gli schemi.
Jeanine vuole disubbidire alla famiglia, Mazzola è un figlio del degrado che diventa un eroe per un giorno, Giacomo Vita non vorrebbe arrendersi all’evidenza del suo destino ma, alla fine, l’individuo ha difficoltà ad affermarsi ed è questo il paradosso: Viviamo in un mondo di individui e spesso di solitudini, ma il sistema delle cose impedisce la realizzazione proprio dell’individuo e da qui tutta la frustrazione e il rancore dei nostri tempi. Certamente la storia che ha fatto da scintilla è stata proprio quella raccontata nel racconto che dà il titolo al libro. In una città non grande come Avellino dove si conoscono tutti, avere qualcuno che ti domanda dopo cinquant’anni, di un fratello morto suicida, ha qualcosa di sorprendente, e certamente il senso della sorpresa è un denominatore comune a tutti i racconti raccolti.
In Tutto qui c’è un personaggio che, nonostante tutto, le piace? E se sì, perché?
Tutti i miei personaggi mi piacciono, li amo tutti. Dovendo scegliere, forse scelgo Mazzola protagonista della storia ambientata all’ippodromo di Agnano in Napoli (in buona parte il libro si svolge tra Napoli e Parigi, ma non solo), perché lui è veramente un antieroe. Lui che non è stato mai nulla e, per una serie di vicende, si trova ad avere lì un lavoro e per una volta sente di avere una dignità riconoscibile e che va riconosciuta.
Il lavoro lo fa sentire anche un guardiano della legalità, in un mondo vario e complesso come l’ippodromo che diventa anche simbolo della mia Napoli, una città sempre al limite, sulla frontiera tra legalità e arrangiamento, con una società in cui (specie in passato) convivono tutti, ricchi e poveri, nobili e disperati, corrotti e corruttori. Il prendere sul serio un mondo del lavoro che spesso serio non è spingerà Mazzola alla disillusione e a rischi molto grossi per la sua vita.
Secondo lei, qual è la cosa più difficile da raccontare per uno scrittore?
Io credo che se si ha una buona capacità di raccontare storie, tutto è raccontabile. In verità credo che la vera difficoltà sia raccontare a un potenziale pubblico di lettori. Personalmente, non essendo narcisista, mi preoccupo molto del fatto che la mia narrazione sia dialogante con il lettore, gli lasci spazio e tempo per interpretare quello che legge, cerco di mettermi dalla loro parte e questo è difficile ma fondamentale. Il successo di un libro dipende anche dal fatto che il lettore si riconosca nel libro. È proprio vero, secondo me, quello che dice lo psicologo Massimo Recalcati: non siamo noi che leggiamo i libri, ma sono i libri che leggono noi e se alla fine al lettore gli rimane qualcosa, scopre qualcosa di sé che gli era sfuggito, allora vuol dire che ho raggiunto il mio scopo.
Tutto qui di Nicola Guarino è un libro appassionante che oscilla tra l’assurdo di Dino Buzzati e il realismo di Anna Maria Ortese. Se interessati a saperne di più, leggete la recensione del libro.