Era stata ideata per evitare un lockdown generalizzato e si è trasformata in un gioco a premi. La divisione dell’Italia in tre fasce (gialla, arancione e rossa) era entrata in vigore, lo ricordiamo, il 6 novembre, con uno scopo ben preciso. Affrontare l’urgenza epidemiologica di questa seconda ondata senza andare a impattare troppo pesantemente sull’economia come si era verificato la scorsa primavera. I presidenti di Regione, però, non hanno gradito questa organizzazione interpretando la collocazione in fascia rossa come una punizione. Così tutti vogliono tornare in zona gialla.
Le nuove zone gialle
Il primo a ribellarsi al provvedimento contenuto nel DPCM era stato Attilio Fontana. Il presidente della Lombardia, vale a dire della regione che fin dall’inizio della pandemia ha registrato il maggior numero di contagiati e di morti, non ci stava a vedere chiusi negozi, bar e ristoranti. Poi il 29 novembre era passata ad arancione e da domani potrà dire di aver completato la sua scalata diventando zona gialla. Notizia che lo stesso Fontana ha voluto anticipare con un post sui social. Ancora incerto, invece, il destino di Piemonte e Toscana mentre la Campania al momento resta ancora arancione.
Tutti in zona gialla per Natale?
L’idea è quella di vedere un’Italia trasformata in un’unica zona gialla, si sa con quali regole, in vista delle festività natalizie. In questo modo si potrà fare shopping nei negozi (i centri commerciali restano comunque chiusi nei giorni festivi e prefestivi), si potrà prendere l’aperitivo al bar fino alle 18 o pranzare al ristorante. Si potrà, cioè, dare un po’ di respiro a quelle attività commerciali che nelle ultime settimane hanno dovuto abbassare le serrande, approfittando di un momento, come quello del Natale, economicamente molto fruttuoso. E per “salvare” questo Natale i presidenti di Regione sono disposti un po’ a tutto, anche a passare da una fascia con più restrizioni a un’altra che ne preveda meno anticipando le decisioni della cabina di regia, come nel caso dell’Abruzzo.
Lo strano fenomeno dell’autonomia regionale
E qui bisogna fare una considerazione sull’autonomia regionale anche questa fantasiosamente interpretata. Autonomia significa amministrare un territorio integrando le norme generali con la sua specificità mentre da quando è iniziata la pandemia sembra prevalere una sorta di gara tra regioni. Considerando che basta un raggio di sole o un leggero allentamento delle restrizioni per vedere tante persone in strada e che le commissioni prenatalizie non aiuteranno in questo senso, la domanda che viene da farsi è: quei presidenti di Regione che oggi spingono per arrivare in fascia gialla hanno già pronto il piano per affrontare la terza ondata? O ci vogliono pensare dopo come ha suggerito Toti?