La piccola tartaruga marina C. caretta (1 chilo e mezzo di peso corporeo e poco più di 20 cm di lunghezza di carapace) chiamata Cannella è arrivata al Turtle Point a Portici della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli, Istituto Nazionale di Biologia, Ecologia e Biotecnologie Marine, dopo essere stata recuperata, spiaggiata, sul litorale laziale.
Gli operatori della rete regionale Tartalazio, coordinata da Luca Marini, hanno tempestivamente avvisato del ritrovamento Sandra Hochscheid, coordinatrice del Turtle Point di Portici della Stazione Zoologica Anton Dohrn che, sentito il parere dei veterinari del centro di primo soccorso di Zoomarine e del Turtle Point, ha disposto il trasferimento al centro di recupero di Portici, effettuato dal personale del Parco Regionale Riviera di Ulisse.
All’arrivo la piccola Cannella si presentava depressa ed in ipotermia (la temperatura corporea era inferiore ai 15°C), probabilmente spossata dagli sforzi cui è stata sottoposta a causa della mareggiata che l’ha spinta sulla spiaggia aggrovigliata nei rifiuti.
Due pinne (la anteriore sinistra e la posteriore destra) erano assenti per autoamputazione causata dalla costrizione creata dalla lenza. Le altre 2 pinne ed il collo presentavano lesioni cutanee.
Le radiografie hanno scongiurato la presenza di ami ingeriti, ma hanno evidenziato segni compatibili con una sofferenza polmonare che sarà rivalutata nei prossimi giorni per scongiurare l’instaurarsi di una polmonite che potrebbe essere la conseguenza dell’inalazione di acqua marina.
Dal momento dell’arrivo e durante la notte Cannella è stata mantenuta all’asciutto in ambiente a temperatura controllata, per consentirle di riprendere gradualmente una temperatura corporea più accettabile (circa 20 °C) ed oggi verrà messa in acqua e mantenuta in osservazione.
“Con terapie di supporto, una buona alimentazione e condizioni ambientali controllate – spiega Andrea Affuso, responsabile veterinario del Turtle Point di Portici della Stazione Zoologica Anton Dohrn – contiamo di rimetterla in forze e poterla restituire alla natura in primavera, considerando che questi splendidi esemplari riescono a condurre una vita quasi normale anche con 2 sole pinne”.