Il turismo esperienziale come può essere definito? Lo scrittore statunitense John Steinbeck diceva che “Le persone non fanno i viaggi, sono i viaggi che fanno le persone” a dimostrare che il viaggio di per sé rappresenta una straordinaria occasione di crescita, di cambiamento. Non a caso il viaggio all’estero è stato considerato per decenni un classico della formazione giovanile. Il turismo del terzo millennio ha cambiato il proprio sguardo cercando l’incanto non più in luoghi mitologici o in culture diverse ma in angoli nascosti a pochi passi da casa. Fare turismo esperienziale vuol dire fuggire dai flussi di massa per scoprire piccole realtà; sostituire un’uscita in motoscafo con una gita in kayak; preferire a una motorata un cammino lento. I cammini sono una tendenza in costante ascesa soprattutto dopo la pandemia. Un modo per riconnettersi con se stessi, la natura, la storia.
Turismo esperienziale: cosa sono i cammini
In tutto lo stivale ci sono circa 70 cammini (un numero orientativo) che corrono lungo le antiche vie dei pellegrinaggi religiosi e non solo. Percorrerle dona ancora quella sensazione di purificazione che precede l’arrivo alla meta. Perché un cammino possa essere definito tale deve essere percorribile senza pericolo e da chiunque a piedi, in bicicletta o al massimo in groppa a un animale; deve essere accessibile anche a chi ha mobilità ridotta e adeguatamente segnalato; a distanze uniformi tra loro deve esserci un posto tappa: un punto di accoglienza per il viandante. Il percorso svolto dovrebbe essere in qualche modo certificato con delle credenziali: timbri che tengano traccia delle tappe raggiunte o anche un attestato di fine viaggio. Durante un cammino, infine, non possono mancare momenti di introspezione, intimità e condivisione con gli altri. Di questa straordinaria opportunità abbiamo parlato con Luca Dei Cas, editor della collana Percorsi di Terre di mezzo editore. La casa editrice milanese è l’organizzatore della fiera Fa la cosa giusta! e quest’anno ha dato ampio spazio ai cammini soprattutto quelli declinati al femminile. Buon ascolto.
In copertina foto di Hermann Traub da Pixabay