A quasi due anni di distanza dal precedente, ecco tornare Cesare Basile con un nuovo album di storie e canzoni.
Dopo essersi fatto cieco per arrivare al cuore delle parole, dopo aver cantato di donne in ginocchio vessate e martoriate dalla mano del padrone ed essersi ripreso la libertà a fianco di Nunzio, che ”ha un cuore di latta e lo batte a grancassa”, ecco che Cesare Basile torna a pescare in quel mare oscuro e crudele fatto di storie marginali, di uomini vinti ma vivi, di perdenti assassini senza appartenenza, dove arte e impegno si mischiano tra loro come acqua e cemento, scolpendo nella roccia la poetica drammaticamente nuda e cruda di un musicista che prosegue il proprio viaggio sostenuto da una lucidità visionaria che non ha uguali e che fa di Cesare Basile un classico imprescindibile per chi volesse oggi tracciare una mappa della storia della canzone d’autore Italiana.
Tu prenditi l’amore che vuoi e non chiederlo più. Nota dell’autore:
“Scrivere delle note introduttive per le proprie canzoni è sempre compito grave. Non bisognerebbe mai farlo a disco finito, perchè a quel punto il discorso è chiuso, esaurito, riversato in ognuna delle canzoni e nell’unica canzone che il disco stesso rappresenta: non hai più niente da dire e, soprattutto, non vuoi dire più niente; le storie sono lì e da sole dovrebbero raccontarsi.
Si dovrebbe scriverle all’inizio le note, quando l’idea ti ha sfiorato il cuore e la mente, quando hai incrociato per la prima volta i personaggi, la splendida nebulosa che si fa canzone, disarticolata, l’intima cronaca di una scoperta,la timidezza del primo incontro, ma anche lì c’è bisogno di silenzio. Un nome non va sviscerato troppo a fondo per narrarne la storia. Organizzare un’idea, spiegarla, giustificarla al mondo, non è compito di chi racconta, è compito dei filosofi, o degli arroganti che hanno sempre chiara la parte del bene e del male.
Io so che questa lunga canzone è racconto di pupari, ladri, cantastorie, travestiti innamorati di Cristo e saltimbanchi della barricata. Un’invettiva di cenci intrecciata ai nomi di chi un nome non ce l’ha, non ha appartenenza né ingaggio, prestazione o valore di scambio. Tessuto di esistenze abusive e ferocemente viventi che, a differenza dell’uomo civilizzato, si mescolano a faccende d’impiccati rifiutando il commercio della corda. Canzone d’amore, sottratta a debito e colpa, che non chiede permesso d’esser cantata.”
Queste le date Tour
25 MARZO @ TEATRO COPPOLA Teatro dei Cittadini – Catania
26 MARZO @ RETRONOUVEU – Messina
27 MARZO @ CINEMA PALAZZO – Roma
28 MARZO @ TEATRO LEOPARDI San Ginesio – Macerata
29 MARZO @ CASA DEL POPOLO – Settignano (Firenze)
03 APRILE @ AUDITORIUM RADIO POPOLARE – Milano
04 APRILE @ TEATRO BLOSER – Genova
09 APRILE @ TPO – Bologna
10 APRILE @ OHIBO’ – Milano