Tornano le inchieste del commissario Marè, investigatore di grosso calibro uscito dalla sagace penna di Mario Quattrucci, scrittore romano al suo quattordicesimo giallo. “Troppo Cuore”, pubblicato da Robin Edizioni, è un romanzo ambientato a Roma, come i precedenti dell’autore. Racconta le indagini del commissario Gigi Marè attorno al delitto di una cantante jazz, Angelica, tra musica e arte, tra la politica e gli intrallazzi della sanità. Il libro è stato presentato presso ilTeatro Porta Portese, via Portuense 102 a Roma.
L’incontro si è svolto sul filo della leggerezza e della musica, con una intervista all’autore a cura della giornalista e scrittriceAlessandra Vitali e con l’esecuzione di alcuni brani jazz della vocalist Eleonora Tosto che fa parte del quartetto Baraonna e ha già partecipato a spettacoli teatrali con Pino Insegno,Tosca e Maurizio Battista. Fra i brani che saranno interpretati dalla splendida voce della cantante romana, “Sotto le stelle del jazz”, “Demasiado corazon”, “Passione”, “Round Midnight”, “Jenny dei pirati”, “Per le strade di Roma”, “La rivoluzione sta arrivando”, “The Man I Love”. Ad accompagnarla al pianoforte, Adriano D’Amico, che farà ascoltare anche musiche senza tempo come “Aranjuez”, “Il nostro concerto”, “Eternally”, “Eleonor”.
Nel corso della presentazione sono state interpretate alcune pagine del thriller, in un reading affidato all’attrice Susy Sergiacomo e all’attore e regista Tonino Tosto, direttore artistico del Teatro Porta Portese, più volte in tournée con Pippo Franco e recententemente in scena al Sistina con Enrico Montesano nel “Conte Tacchia”.
“Mario Quattrucci è uno dei nostri migliori romanzieri”, scrive di lui Massimo Novelli, La Repubblica.it, da cui prendiamo a prestito il profilo che ha tracciato dell’autore: “A lungo dirigente del PCI, giornalista e poeta, vive a Roma, teatro amato e odiato dei suoi libri, e racconta attraverso il genere poliziesco, con forte impegno civile e morale, l’Italia di oggi tra stragi e mafie, politici corrotti e servizi segreti deviati, massonerie, poteri occulti e palesi… Nei suoi romanzi spicca la struttura linguistica che s’inserisce nella tradizione plurilinguistica cara a Gianfranco Contini, che va dal Folengo e dal Ruzante, passando per il Belli, fino al Carlo Emilio Gadda del “Pasticciaccio”. Lingua colta e dialetto (la “favella di Roma”), gerghi, neologismi, danno così “anema e core”, testa e pancia, ai suoi romanzi”
“Troppo cuore” è un giallo che ha come co-protagonista la città di Roma, con le sue bellezze e le sue miserie. Racconta le indagini attorno al delitto di una cantante jazz, in arte Angelica, fidanzata ufficialmente con un dirigente della televisione, meno ufficialmente amante di un settantenne luminare della medicina. Prima di scoprire il colpevole, però, il commissario Gigi Marè si troverà immerso in un mondo fatto di musica e di arte, ma anche degli intrighi e gli intrallazzi della sanità, in una rappresentazione sulle quinte della Città eterna.