Trip eMotion è una piattaforma web/social interattiva (serious game) all’interno della quale sarà possibile esplorare i beni culturali in maniera divertente, veloce e accessibile a tutti, grazie all’ausilio delle tecnologie più innovative.
Il progetto nasce con l’obiettivo primario di dare la possibilità a chi non può visitare dal vivo una attrazione turistica o un bene culturale per motivi economici, fisici, logistici, di poter vivere e provare le stesse emozioni che si hanno durante un’esperienza reale.
Finanziato dal Bando Miur – Start Up – Cultura ad impatto aumentato, è realizzato grazie alla stretta collaborazione tra mondo della ricerca e mondo imprenditoriale, che vede in prima linea l’Istituto per i beni archeologici e monumentali del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibam Cnr) d’intesa con la start up Red Raion srl di Catania, il Dipartimento di ingegneria elettrica, elettronica e informatica (Dieei) dell’Università degli studi di Catania e in collaborazione con l’associazione Officine Culturali.
Scenario di sperimentazione e attrazione culturale pilota del progetto è il Monastero dei Benedettini di Catania, nel cui campus hanno sede il Dipartimento di scienze umanistiche dell’Ateneo catanese e l’Ibam, primo spazio visitabile all’interno della piattaforma. Attraverso Trip eMotion l’utente potrà, infatti, esplorare il Monastero tramite un avatar che più lo rappresenta, accedendo velocemente ad informazioni garantite dagli studi svolti sul bene con rigore scientifico e interagendo in tempo reale con gli altri utenti.
“In Trip eMotion – afferma Daniele Malfitana, direttore dell’Ibam Cnr, – trovano concreta applicazione alcuni principi che, da sempre, caratterizzano il modo di fare ricerca dell’Istituto: l’utilizzo sapiente delle tecnologie non solo per la produzione di nuova conoscenza scientifica, ma anche per la sua diffusione ad un pubblico sempre più vasto. Solo così contesti straordinari, come il Monastero, possono sganciarsi dagli stretti limiti di un luogo fisico e diventare un’occasione, virtualmente infinita, di crescita culturale ed economica“.
L’Istituto catanese, con le sue competenze nel settore della conoscenza, conservazione, valorizzazione e comunicazione del patrimonio archeologico e monumentale, ha studiato il contesto storico-archeologico dell’edificio, non solo attraverso il recupero e l’analisi di fonti storiche ma puntando anche sul trasferimento tecnologico del patrimonio culturale grazie alla digitalizzazione.
“É in questa prospettiva, e in piena sinergia con tutti i partners coinvolti – continua Malfitana – che i ricercatori del laboratorio di archeologia immersiva e multimedia dell’Ibam, Samuele Barone, Giovanni Fragalà, Danilo Pavone, hanno messo a punto apposite strategie di acquisizione e restituzione 3D, rendendole scalabili ed applicabili ad altri contesti, per farne infine oggetto di formazione e trasferimento tecnologico a giovani, chiamati a tradurre la conoscenza in nuove forme imprenditoriali. É questo, credo oggi, uno dei doveri di un istituto di ricerca che opera nel campo dei beni culturali a servizio della società civile e delle giovani generazioni“.