La musica, come anche il teatro, può essere un’inesauribile fonte di stimoli e quando così accade finisce per diventare ricchezza culturale messa a disposizione di tutte le orecchie sensibili; è questo il caso, quando il pentagramma incontra uno dei padri della moderna antropologia italiana.
Trinacria sulla Luna – Pitrè senza qualità è un evento musicale che s’ispira all’opera realizzata nella seconda metà dell’Ottocento dal palermitano Giuseppe Pitrè, artefice di una straordinaria raccolta di materiali etno-antropografici appartenenti alla tradizione popolare della Sicilia; così tramandato nel tempo, questo vero e proprio tesoro approda nel XXI secolo sotto forma di concerto-spettacolo, grazie all’intuizione di cinque eccellenti musicisti.
Lavorare sulla “demopsicologia”, ridefinizione del termine folclore secondo Pitrè (pur se “senza gravità), è risalire alle fonti della propria cultura, perciò ai siciliani Luca Recupero e Gaspare Balsamo, assieme con Biagio Guerrera, Puccio Castrogiovanni e Giancarlo Parisi, va il giusto merito di aver voluto e saputo far risuonare il passato per meglio raccontare il presente. L’interpretazione filologica del suono è quindi affidata a strumenti tradizionali dell’isola, quali maranzani, friscalettu, zampogna a paru, recuperati al tempo e alla memoria in un’epoca in cui è la tecnologia digitale a dominare.
Ospite del Festibàl, festival delle comunità del Basso Mediterraneo (rassegna intesa come viaggio culturale, articolato nell’arco di un triennio), in quest‘occasione interamente riservato al vasto capitolo dedicato alle Sicilie, Trinacria sulla Luna sarà a Napoli, in scena al Teatro Galleria Toledo dopo una sosta all’Ex-Asilo Filangieri.