Potremmo dire… Tutto quello poteva essere, ma non è stato.
Poteva essere un campionato conteso fino alla fine con le milanesi, la Juve e qualcun altro.
Potremmo dire… della trentunesima giornata di Serie A
Poteva essere l’inizio di un’era di vincite: campionato, coppe, Supercoppa e competizioni internazionali come Champions League o Europa League.
Poteva essere un campionato ricco di soddisfazioni per i tifosi, la società, i calciatori e per tutta Napoli.
Infine, poteva essere la consacrazione di una società che rappresentava un nuovo modo di fare calcio: bilancio sano, valorizzazione di giovani talenti, un direttore sportivo che conosce il mondo del calcio e che, insieme allo scouting, poteva portare nuovi campioni all’ombra del Vesuvio.
Tante altre cose potremmo dire dopo la vittoria di oggi, ma è meglio tacere.
Tutto questo poteva essere e non è stato. Perché? Le risposte le avremo a fine stagione. Ad oggi possiamo dire che, se effettivamente andranno 5 squadre in Champions League, il Napoli oggi è in Conference League. Il resto sono chiacchiere.
La gara degli azzurri
Il 4-2 inflitto al Monza di Raffaele Paladino ha detto tanto: Osimhen quando vuole è stratosferico, Politano e Zielinski sono calciatori da Nazionale con colpi geniali e Raspadori è un attaccante giovane, veloce e intelligente, anch’esso da Nazionale. Anguissa e Lobotka formano un centrocampo di testa e di muscoli. La difesa, ahimè, anche oggi nella giornata di gloria ci fa patire… L’allenatore azzecca i cambi, anche se ci chiediamo che fine abbiano fatto Ostigard, Simeone, Dodecè e Mazzocchi.
Pertanto, visto il risultato, dovremmo dare un 7 a tutti, un 8 all’attacco e 5 alla difesa. Ma per il campionato fatto fino ad oggi, per le sofferenze inflitte, un 4 a tutti, dal presidente ai 3 allenatori e ai calciatori.
Quindi, che brutto dover dire “poteva essere ma non è stato”… C’è un ultimo sussulto di dignità: cacciatelo fuori, arriviamo in Europa e poi rifondazione profonda sia.
Ad maiora!
Foto di copertina: DepositPhotos