Non si tratta di fantascienza ma realtà: un test portatile per diagnosticare un lieve trauma cerebrale nell’arco di dieci minuti e con una sola goccia di sangue. Grazie ad un test diagnostico, messo a punto da ricercatori spagnoli e svizzeri che verrà messo in commercio nel 2019, permetterà di ridurre le urgenze e risparmiare costosi esami, Cadere sciando, ruzzolare per le scale o prendere un colpo alla testa durante un incontro di pugilato o di football americano può causare sintomi come visione offuscata, vomito, perdita di coscienza o di memoria per una trentina di minuti.
Ogni anno in Europa tre milioni di persone vengono ricoverate all’ospedale a causa di un sospetto lieve trauma cerebrale. Il 90% di questi pazienti potrebbe tornare a casa senza rischi perché non riporta danni al cervello, informa un comunicato odierno dell’Università di Ginevra (UNIGE). Attualmente, l’unico metodo affidabile per la diagnosi è la tomografia computerizzata (TC o TAC): un esame disponibile solo in alcuni nosocomi e che, oltre ad essere costoso, richiede molto tempo ed espone a radiazioni. Subendo un colpo alla testa, alcune cellule cerebrali vengono danneggiate e rilasciano tra l’altro delle proteine chiamate H-FABP, facendone aumentare il loro tasso nel sangue.
Attraverso analisi gli scienziati dell’UNIGE, in collaborazione con i colleghi degli ospedali di Barcellona, Madrid e Siviglia, hanno scoperto che basta il tasso di H-FABP per rilevare l’assenza di un trauma in un terzo dei pazienti ricoverati dopo aver picchiato la testa, ha riferito il professore Jean-Charles Sanchez. Il resto delle persone deve sottoporsi alla TC per confermare la diagnosi.
L’équipe svizzera ha quindi messo a punto uno strumento di diagnosi rapida denominato TBIcheck, ispirato al test di gravidanza: posizionando una sola goccia di sangue sulla linguetta di una scatoletta di plastica di cinque centimetri, il paziente sa nell’arco di dieci minuti se sussiste il rischio di un lieve trauma cerebrale.
Risultati ancora più accurati sono possibili combinando il tasso delle proteine H-FABP e GFAP. “Stiamo lavorando a un TBIcheck ancora più performante, che permetterà di mandare a casa il 50% dei pazienti, ma che richiede un aumento della sensibilità della linguetta su cui viene posto il sangue“, conclude Sanchez. I risultati dei test sono stati pubblicati dalla rivista PLOS One.