La tragedia del Vajont è uno di quei casi emblematici di disastro evitabile. I numerosi studi condotti in questi sessant’anni hanno evidenziato una serie di mancanze da parte degli studiosi che lavorarono al progetto. I geologi che fecero i sopralluoghi prima della costruzione dell’impianto sottovalutarono la morfologia del territorio a elevato rischio idrogeologico. Un rischio aggravato dalle operazioni di disboscamento perpetuate negli anni e dalle ferite inferte al territorio per creare le strade e tutte le strutture necessarie per realizzare la diga. A essere sottovalutate furono anche le condizioni climatiche del luogo, caratterizzato da forti piogge in autunno e primavera e dall’alternarsi di gelo e disgelo.
A cosa serviva la diga del Vajont?
La diga del Vajont doveva servire a produrre energia idroelettrica. Un sistema di vasi comunicanti provvedeva a portare le acque del fiume Piave, dei torrenti Maè e Boite nel grande bacino idrico della diga. La differenza di quota tra i vari bacini veniva utilizzata per produrre energia elettrica attraverso piccole centrali idroelettriche realizzate in una caverna ai piedi della diga del Vajont. La diga a doppio arco, il cui sbarramento era alto 261,60 m, era il cuore del sistema denominato “Grande Vajont”.
Che cosa ha provocato la tragedia del Vajont?
La frana del Vajont fu dovuta a una serie di cause riconducibili a questioni naturali e a negligenze umane. Gli esperti che condussero gli studi di fattibilità sottovalutarono l’assetto idrogeologico tipico della zona soprastante la diga. I modelli utilizzati per prevedere lo scivolamento dell’antica frana, inizialmente non rilevata, presente sul versante settentrionale del Monte Toc verso la diga si rivelarono errati. Allo scopo di tenere sotto controllo la frana, inoltre, il livello delle acque del lago artificiale fu portato al di sopra dei 700 metri di altezza, livello considerato di sicurezza. Se a tutto questo si aggiungono le forti piogge che caddero nel periodo immediatamente precedente, ecco che il disastro è servito.
Come avvenne il disastro del Vajont?
La sera del 9 ottobre 1963, si staccò una frana dal pendio del Monte Toc soprastante la diga. Parliamo di una massa rocciosa di volume pari a 270 milioni di m³, un volume doppio a quello delle acque contenute nella diga. La frana, inoltre, giunse nella diga a una velocità di circa 110 chilometri orari, tre volte superiore a quella prevista degli studiosi. Generò un’onda altissima che superò la diga (di circa 250 metri) e andò a riversarsi sugli abitati della valle ai piedi della diga.
Quanti sono stati i morti nella tragedia del Vajont?
I morti nel disastro del Vajont sono stati più di 2.000, ma solo 1500 corpi sono stati recuperati. Di questi, 487 furono bambini, il più piccolo aveva appena 21 giorni. 1.450 persone sono morte a Longarone, 109 a Codissago e Castellavazzo, 158 a Erto e Casso e 200 presso altri comuni. L’onda formatasi in seguito alla frana, infatti, si divise come in due lingue: l’una diretta verso il monte, l’altra verso la valle. Fu quest’ultima a provocare più danni radendo al suolo paesi come Longarone, Pirago, Faè, Villanova, Rivalta.
In copertina foto di merlinorn0 da Pixabay