Dopo l’adrenalinico In Spite of Wishing and Wanting torna al Teatro Bellini il genio di Wim Vandekeybus con la sua nuovissima produzione in prima assoluta per l’Italia. In Traces, il coreografo olandese ritrova le intuizioni da cui è partita la sua ricerca: impulsi, istinti, energia.
Mentre le tradizioni mitologiche hanno avuto un ruolo centrale nei suoi utlimi lavori, sempre incentrati su delle vere e proprie storie di civiltà e cultura, di comunità e conflitti, di parole e leggi, con Traces Vandekeybus ritorna al corpo, alla reazione istintiva, al qui ed ora, alla catastrofe immaginaria, all’energia primordiale, cuore pulsante dei suoi primi lavori. Traces è la risposta ad una domanda precisa: quanto dello spirito primordiale vive ancora negli esseri umani? Il coreografo indaga alla riscoperta di una vitalità vulnerabile e potente al tempo stesso.
In un mondo che vive la costante minaccia ecologica e tecnologica, Traces non ci parla del mondo esterno, della cultura costruita dall’uomo ma propone una “la storia interiore”, quella che si sviluppa prima o oltre il linguaggio e può essere raccontata solo nelle pulsazioni della danza e della musica. In definitiva, in Traces, Wim Vandekeybus segue le tracce del suo stesso lavoro… Dodici ballerini della compagnia Ultima Vez, cinque musicisti, le musiche originali eseguite dal vivo da Marc Ribot e Trixie Whitley ci condurranno in Romania, nell’unica foresta vergine ancora presente in Europa per cercare insieme le tracce di quella natura che i nostri corpi urbanizzati hanno dimenticato.