Saranno aperte fino al 6 gennaio le mostre in corso alla GAMeC: Libera. Tra Warhol, Vedova e Christo e Francesco Gennari. Sta arrivando il temporale.
Con il termine delle due esposizioni si chiude un anno ricco di soddisfazioni che ha visto confermare la vocazione internazionale della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, con le prime mostre personali in un’istituzione museale italiana di Luke Willis Thompson e Oscar Giaconia, la presentazione del lavoro di Jacopo Miliani nell’ambito dell’undicesima edizione di Artists’ Film International,la trilogia filmica di Driant Zeneli, la prima grande retrospettiva in Italia dedicata a Birgit Jürgenssen, in collaborazione con Kunsthalle Tübingen e Louisiana Museum,e la grande installazione di Jenny Holzer.
Numerose, inoltre, anche quest’anno, le attività collaterali, dagli appuntamenti del Public Program alla performance di Chiara Bersani in occasione del festival Orlando; i laboratori estivi del GAMeC TIME e gli eventi promossi in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Bergamo (Il Giorno della Memoria, Carnevale, Sant’Alessandro, Giornate Europee del Patrimonio, Santa Lucia).
Più di 100.000 i visitatori del 2019, tra le sale di Via San Tomaso e il Palazzo della Ragione, da due anni “sede estiva” della GAMeC, grazie alla stretta collaborazione con il Comune di Bergamo.
Un risultato significativo a cui si aggiunge un dato importante relativo al coinvolgimento delle scuole: rispetto al 2018, è stato infatti registrato un aumento di oltre il 70% dei gruppi scolastici, grazie al lavoro del dipartimento dei Servizi Educativi del museo che promuove visite, progetti e workshop per istituti di ogni ordine e grado e occasioni di formazione per docenti, accanto a proposte rivolte ad adulti, bambini, famiglie e pubblici speciali.
Libera. Tra Warhol, Vedova e Christo – a cura di Beatrice Bentivoglio-Ravasio, Lorenzo Giusti e A. Fabrizia Previtali – mette in relazione le raccolte del museo e lavori di alcuni tra i più importanti artisti della seconda metà del Novecento confiscati in Lombardia – tra cui Jean Arp, Alberto Burri, Christo, Sol LeWitt, Emilio Vedova, Andy Warhol –, celebrando la libertà creativa e l’emancipazione dell’arte dai vincoli della tradizione.
Sta arrivando il temporale, personale di Francesco Gennari, a cura di Lorenzo Giusti, accoglie una serie di nuovi lavori scultorei in vetro, marmo o bronzo e gliautoritratti fotografici “su menta”. I materiali che l’artista utilizza, espressioni di una precisa condizione psicologica, e il richiamo al Minimalismo e alla Metafisica, restituiscono la complessità della sua ricerca attorno al tema dell’autorappresentazione.
Durante le festività, le mostre saranno visitabili il 26 dicembre (10:00-18:00), l’1 gennaio (14:00-18:00) e il 6 gennaio (10:00-18:00); il museo resterà invece chiuso al pubblico il 24, il 25 e il 31 dicembre. Nei restanti giorni seguirà gli orari tradizionali.
Domenica 5 e lunedì 6 gennaio, in occasione degli ultimi giorni di apertura, sarà possibile accedere con ingresso ridotto a € 3,00.
Il calendario espositivo riprenderà il prossimo 13 febbraio, con la presentazione della mostra di Antonio Rovaldi, Il suono del becco del picchio, parte del progetto con cui la GAMeC ha vinto la quinta edizione del bando Italian Council, il programma di promozione dell’arte contemporanea italiana nel mondo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo.
Promossa dal museo in partnership con l’Università di Harvard, il Kunstmuseum di San Gallo e Magazzino Italian Art di Cold Spring (NY), la mostra racconta, attraverso una serie fotografica, la metropoli più iconica al mondo – New York – dal punto di vista dei suoi margini.
Ospitata fino al 18 maggio negli spazi dell’Accademia Carrara, l’esposizione metterà in campouna serie di nuove azioni – laboratori, escursioni, esplorazioni, incontri e conferenze – e trasformerà l’esperienza di Antonio Rovaldi a New York in un modello per indagare, analizzare e discutere i confini della città di Bergamo, promuovendo una consapevolezza del margine come “spazio di scrittura del domani”.
Il programma, concepito come parte integrante della mostra stessa, sarà sviluppato in collaborazione con l’Accademia di belle arti G. Carrara e coinvolgerà artisti, architetti, urbanisti, filosofi e scrittori.