Aldilà della filiera legale e controllata c’è un settore sommerso e pericoloso, nascosto, spesso in mano ai clan mafiosi ma in alcuni casi anche ad agenzie terroristiche. Il gioco illegale è un mercato troppo ampio da sottovalutare, troppo ramificato e a volte troppo complicato. Per questo è fondamentale rafforzare la filiera pubblica e legale, nell’ottica di prevenzione ma anche di contrasto al riciclaggio e al finanziamento criminale.
È in questa direzione che arriva la recente pubblicazione della determinazione direttoriale da parte dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, firmata dal Direttore Giochi, Mario Lollobrigida, al cui interno si trovano le linee guida per i concessionari, che si basano su un solido quadro normativo europeo e italiano. Tra le nuove disposizioni c’è la richiesta, per i concessionari, di intensificare i propri sforzi nell’identificazione dei giocatori, una misura obbligatoria per le vincite pari o superiori a 2.000 euro e nei casi in cui si rilevino comportamenti sospetti. L’obiettivo è quello di creare un sistema in grado di distinguere le attività lecite da quelle potenzialmente fraudolente, attraverso un’analisi accurata dei profili di rischio dei giocatori.
Come si legge su Gaming Report, le linee guida prevedono inoltre che i concessionari prestino particolare attenzione a determinati aspetti del gioco. Ad esempio, alcuni prodotti, come le VLT, risultano più vulnerabili a tentativi di manipolazione rispetto ad altri, così come alcune aree geografiche sono considerate a maggiore rischio di criminalità. Come agire allora in caso di sospetti? I concessionari hanno l’obbligo di segnalarle all’Unità di Informazione Finanziaria secondo rigidi protocolli di sicurezza e per garantire il rispetto di queste disposizioni, l’ADM effettuerà controlli periodici e notificherà eventuali infrazioni alle autorità competenti.
Misure che si inseriscono nell’impegno ormai storico dell’Agenzia nel contrasto al gioco illegale, soprattutto per quanto riguarda l’online. Negli ultimi mesi ADM ha bloccato oltre 170 nuovi siti internet non autorizzati, portando il totale dei siti bloccati a più di 10.200. Un’azione importante che mira a ridurre l’impatto di un mercato parallelo che genera profitti illeciti stimati in circa 20 miliardi di euro l’anno, di cui ben il 75% deriva proprio dal gioco online. Eppure i rischi del canale illegale sono molteplici: nessuna assistenza e nessuna tutela per i giocatori, finanziamento della criminalità organizzata, indebolimento delle casse dell’Erario. Si tratta di una lotta che ancora risente degli effetti negativi del Decreto Dignità, che pur partendo da un obiettivo giusto e condivisibile attraverso il divieto ai siti legali di fare pubblicità ha di fatto lasciato i consumatori esposti ai rischi del web, dove i siti illegali continuano a proliferare
Una mancanza di comunicazione che ha ovviamente favorito il canale illegale, che si è andato ad insinuare proprio nelle crepe offerte dal comparto pubblico. Per questo serve intervenire subito e in maniera organica per proteggere il baluardo del comparto legale. E per farlo serve una visione d’insieme, ampia e articolata, che parta dalla politica e dalle istituzioni e finisca al singolo giocatore. Solo così si potrà assestare il colpo decisivo al mercato del gioco nero.
Foto di Stefan Schweihofer da Pixabay