La penultima trasmissione del mese di Novembre ci porta alla scoperta di comecarbone. L’intervista ci permetterà di capire la sua musica e come la crea. Buon Ascolto!
Il podcast
La cattedrale di Notre Dame
“La cattedrale di Notre Dame” si presenta come un brano elettronico dalle tinte pop-rock vicino a quello che è lo stile dei Baustelle.
«Musicalmente potremmo definirla baustelliana, per il suo incedere elettropop che prova a farti ballare, in mezzo a una nuvola di fumo».
“La cattedrale di Notre Dame” è stata arrangiata in collaborazione con Mico Argirò, il quale ha suonato anche le tastiere, e Giuseppe Foresta (Lanavetro) alle chitarre e ai cori; a chiudere la formazione, Pierfrancesco Vairo alla batteria.
Al brano si accompagna un videoclip girato all’interno del No Name Disco Bar di Agropoli (SA) da Andrea Sorrentino (Andreew), pensato e realizzato in un periodo in cui la musica dal vivo era totalmente ferma e non era possibile organizzare serate live come quella narrata.
All’interno del video compaiono i due musicisti Luigi Falcione e Pierfrancesco Vairo, oltre a Nicolò Di Luccio e Antonio Nigro nelle vesti dei due clienti del bar, e lo stesso Giovanni Carbone, che interpreta il proprietario del live club.
L’ospite di oggi, comecarbone
Cantante e leader, negli anni, delle band Nemesi, Entropia e Linekurve, sospese tra new wave, prog e alt-rock, Giovanni Carbone torna col il progetto artistico/musicale comecarbone, in cui il compositore mescola le proprie radici rock con la musica d’autore.
Il nome del progetto vuole restituire l’immagine dei contrasti che vive un artista, della trasformazione in atto nel mettere a nudo parti di sé in modo viscerale e sincero, proprio come fa il carbone, che brucia intensamente prima di diventare cenere. La sua ricerca artistica parte dal presupposto che l’arte debba scavare nel profondo e far emergere le contraddizioni che viviamo in noi stessi, il conflitto tra i sentimenti, per cui nulla può essere veramente sincero se non passa attraverso una fiamma, se non ti consuma un po’, per farti risplendere.