Continua il disagio economico e sociale denunciato dagli enti caritatevoli campani a causa della scarsità di fondi europei per il sostentamento di migliaia di indigenti. Dal 31 dicembre 2013 non è stato rinnovato il regolamento per il nuovo Programma (FEAD) che ha passato le competenze al ministero del Welfare. Possibili aiuti a settembre. Dopo l’allarme lanciato dal Presidente dell’Associazione Banco Alimentare Roberto Tuorto, a far sentire la propria voce interviene il Presidente della Fondazione Banco delle Opere di Carità, Diacono Luigi Tamburro.
Presidente, la Fondazione Banco delle Opere di carità come sta attraversando questa emergenza sociale che vede seriamente compromessa la rete del volontariato?
La Fondazione Banco delle Opere di Carità, insieme alle sedi territoriali, ha sempre applicato con rigore quelle che sono le direttive comunitarie nel sostegno alimentare agli indigenti, applicando una politica di austerità, evitando sprechi ma valorizzando a pieno le poche risorse provenienti dalla CE e non solo. Questo non vuol dire che la crisi non si è avvertita, anzi, ma siamo stati lungimiranti nell’anticiparla e mantenere i nostri depositi ancora con scorte alimentari, evitando distribuzioni “troppo generose”, come forse altri hanno fatto. In più abbiamo fatto leva sulla generosità delle imprese nazionali produttrici, le quali hanno mostrato sensibilità donando prodotti alimentari che sono serviti a colmare le lacune che giocoforza abbiamo avuto. Ovvio che la diminuzione delle forniture da parte della Comunità Europea ha inciso parecchio sul regolare andamento della nostra attività, ma fortunatamente, dopo gli ultimi provvedimenti presi, si comincia a intravedere nuovamente la luce, permettendo a noi, come alle altre realtà del settore, di poter operare con maggiore serenità.
Quali funzioni sociali e di sostegno della vostra Fondazione sono a rischio a causa della scarsità dei fondi?
Vorrei precisare che la Fondazione Banco delle Opere di Carità non usufruisce di finanziamenti in danaro, ma solo ed esclusivamente di derrate alimentari. Questo per dire che la nostra attività non è strettamente collegata ad un ambito economico. A noi è sempre interessato che le Istituzioni si mobilitassero per continuare a mantenere vivo il canale di approvvigionamento alimentare. La scarsità delle derrate alimentari se da un lato ha creato disagi nello specifico strumento dell’assistenza, dall’altro ha permesso, effettivamente, di valutare quali sono le ONP efficienti, rispetto a quelle che hanno troppe volte dato più del dovuto. In un contesto socialmente debole, soprattutto al SUD dove la crisi si è fatta sentire maggiormente, l’assenza o meglio la diminuzione di prodotti in magazzino poteva creare enormi disagi, che presumibilmente avrebbero potuto portare a forti sconvolgimenti sociali, che però siamo riusciti ad evitare.
Quanto è importante sostenere le fasce più deboli della popolazione in particolar modo in questo periodo di crisi non soltanto economica, ma soprattutto valoriale e morale?
Purtroppo oggi ciò che maggiormente pesa e che notiamo, quali operatori, è proprio la crisi di valori che colpisce il singolo individuo, in un contesto di crisi economica. Va da se che le fasce più deboli della popolazione, quelle che già si trovavano in condizioni disagiate, subiscono ancor più il peso della crisi economica. Noi, come Fondazione Banco delle Opere di Carità radicata sul territorio nazionale, cerchiamo di stare vicino alle famiglie bisognose, dando non soltanto un aiuto alimentare, ma cercando il più possibile di sostenerle moralmente e fattivamente, attivando percorsi di recupero sociale, di educazione, di inclusione. L’individuo deve, in questi momenti, cercare il più possibile di mantenere fede al suo essere UOMO con una propria dignità. Su questo bisogna intervenire, noi come le Istituzioni Pubbliche, affinché si salvaguardi il cittadino come persona.
Dopo l’ultimo incontro con il presidente del Senato Grasso in merito all’iniziativa “ Insieme per l’aiuto Alimentare” , cosa è cambiato concretamente? Avete ricevuto nuove direttive?
Il percorso intrapreso con le Istituzioni è stato molto costruttivo, soprattutto alla luce di quelle che erano le voci che provenivano dalla Comunità Europea. Bloccare gli aiuti alimentari avrebbe provocato una catastrofe di dimensioni ben comprensibili, se solo si tiene conto dei dati statistici che in Italia vedono il tasso di povertà nettamente in aumento rispetto agli anni precedenti. Bisogna rendere sicuramente merito alla sensibilità del Ministero delle Politiche Sociali e di quelle Istituzioni che hanno, sulla scorta delle Nostre indicazioni concrete, attivato tutte le procedure del caso e che hanno portato, notizia di pochi giorni fa, alla riattivazione del programma di aiuto alimentare da parte della Comunità Europea e dell’avvio da parte del Ministero delle Politiche Agricole del bando per la produzione di pasta e farina da distribuire agli indigenti già nei prossimi mesi.