Tradizionalmente l’uomo collocava nel cielo la parte del mistero che non riusciva a risolvere in terra: qual è la parte di mistero che il cielo ancora racchiude? E ancora: l’uomo ha affidato al cosmo e alle costellazioni ciò che aveva di più caro, affetti, speranze, vite che non sono più. C’è ancor nel disvelamento scientifico attuale, seguito alle esplorazioni e ai viaggi spaziali, posto per una dimensione affettiva del cosmo?
Lo studio dell’Universo con lo sviluppo dell’astrofisica da un parte e le scoperte della ricerca nel campo della fisica delle particelle dall’altra hanno negli anni più recenti attivato un ricongiungimento tra i paradigmi dell’infinitamente grande e dell’infinitamente piccolo, offrendo oggi delle piste di ricerca convergenti, dirigendoci verso una piattaforma di sintesi per una sempre maggiore comprensione dell’universo e delle sue origini.
Queste sono alcune delle domande e riflessioni al centro della conferenza Tra arte e scienza: la narrazione del Cosmo che il fisico teorico del CERN di Ginevra Alvaro De Rujula terrà al Centro Arti e Scienze Golinelli di Bologna, dialogando assieme al professore straordinario di Fisica sperimentale del dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Alma Mater Studiorum-Università di Bologna, Sergio Bertolucci. Dopo il filosofo francese Pierre Lèvy, De Rujula è il secondo ospite del ciclo di incontri “Astronave Arione”, che si inserisce nelle attività promosse dal centro di ricerca e sperimentazione voluto da Fondazione Golinelli dedicato fin dalla sua ideazione al connubio tra arte, scienza e tecnologia.
Come per Lévy, il format degli incontri, suddivisi in due giorni, prevede un doppio appuntamento: una conferenza pomeridiana aperta al pubblica e una mattinata di studio rivolta a un gruppo ristretto di ricercatori e dottorandi.
“Così come anticamente dal mare, è oggi dallo spazio che possono arrivare novità inaspettate e possono apparire nuovi mondi? – si chiede il presidente di Fondazione Golinelli, Andrea Zanotti – Dopo aver esplorato durante la prima orbita dell’astronave Arione i confini del linguaggio tra uomo e macchina, apprendendo che l’approccio semantico all’intelligenza artificiale potrebbe presto rivoluzionare la capacità di apprendimento degli algoritmi artificiali, oltreché dare la genesi a una prima vera forma di intelligenza umana collettiva, in questa seconda missione esploreremo, tra le altre cose, se nell’universo le dimensioni dell’inaspettato, da una parte, e la conoscenza fisica più consapevole dello spazio cosmico che abitiamo, dall’altra, possono essere oggi sorgenti di nuove narrazioni e di inedite intuizioni artistiche nascenti da suggestioni tecnologiche o da nuove capacità mimetiche”.
L’iniziativa cade nel trentennale di vita di Fondazione Golinelli. In questa occasione il fondatore e oggi Presidente onorario Marino Golinelli rivolgerà il proprio saluto e un messaggio augurale per il futuro.