Senza troppi preamboli, con il suo tweet, Toti ha fatto una gaffe o ha espresso un sentire comune? Perché non basta scusarsi adducendo la circostanza di essere stato frainteso o di aver scritto male il tweet. Il post su Twitter del presidente della Liguria Giovanni Toti che analizza i dati sulla mortalità da Covid 19 in Liguria sembra voler sdoganare una scuola di pensiero che, se per certi versi è cara a quella determinata area politica, per altri si sta insinuando in maniera più trasversale e che l’emergenza sanitaria ha riportato in ballo.
La vita vissuta come scontro generazionale
Le crisi economiche che hanno scosso gli ultimi vent’anni hanno avuto come conseguenza un drastico cambiamento per le nuove generazioni. Anno dopo anno i giovani hanno assistito al progressivo smantellamento dello stato sociale, si sono visti cancellare diritti fondamentali legati al lavoro e tutto per una gestione ingorda delle passate generazioni. In questo quadro si è alterato il naturale ciclo di ricambio nel quale le persone anziane non riescono a uscire dal ciclo produttivo e i giovani faticano a entrarci. Da qui a crearsi un clima di odio verso i “vecchi” è stato un
attimo. I cosiddetti boomer colpevoli di essere nati nel periodo del grande boom economico post bellico, di averne goduto tutti i vantaggi e di aver esaurito soldi e risorse per chi sarebbe venuto dopo di loro. Per cui “i vecchi”, già tanto discriminati da una certa parte politica, devono uscire di scena: devono lasciare il posto di lavoro ai giovani, non devono intasare gli ospedali per consentire ai medici di curare pazienti con un’aspettativa di vita più lunga. A questo proposito il caso della Svizzera è esemplare anche se basato su una cultura diversa.
Il post su Twitter del presidente della Liguria Toti
E’ chiaro che la partita di questa seconda ondata della pandemia si sta giocando sul terreno economico. Il lockdown ha impattato fortemente sul tessuto economico e sociale del nostro Paese e le proteste degli ultimi giorni ne sono un esempio. Il conflitto tra tutela della salute e sostegno all’economia richiede soluzioni difficili da trovare in un momento in cui tutti gli equilibri sono saltati. In questo quadro, un tweet come quello di Toti sembra quasi voler rincuorare sui danni provocati dal Covid. In fondo uccide i più anziani, i pensionati, quelli che non incidono più sulla redditività del Paese (anzi ne sono a carico) e si può tirare dritto.
“Non indispensabili allo sforzo produttivo del Paese”
Forse ci si è dimenticati che quegli stessi pensionati sono il sostentamento per giovani famiglie che hanno redditi precari. Quei “vecchi”, on la loro opera, vanno a compensare tutti quei servizi alle famiglie che mancano grazie per esempio allo smantellamento dello Stato sociale di cui sopra. Queste poche parole solo per costruire il quadro nella sua interezza perché quello che davvero accade è che gli anziani sono quelli più soli. E’ consigliato loro di non uscire di casa, di stare lontano dai propri cari. Giusto, vanno tutelati. Chi si occupa, però, di fare la spesa per loro? Chi si occupa di ritirare in farmacie le loro medicine? Chi va a pagare le loro bollette? Domande che non hanno nulla a che vedere con l’economia ma che trovano risposta, quando non è possibile in famiglia, nel mondo del volontariato. E a proposito di anziani, vogliamo ricordare le parole di uno di loro che ieri ci ha lasciati, Gigi Proietti: “Dalla crisi non si esce con l’odio, la rabbia: quelle sono solo le conseguenze. La soluzione, invece, è l’amore, e il far tornare di moda le persone perbene“.
In copertina foto di Sabine van Erp da Pixabay