La Torre Garisenda di Bologna è a rischio crollo. La notizia non è nuova ma nelle ultime settimane la situazione si è aggravata ulteriormente, tanto da spingere l’amministrazione comunale a mettere in sicurezza il monumento simbolo della città. Una riunione Governo-Comune ha fatto il punto della situazione e sulle strategie da seguire per evitare la distruzione della torre.
Il monitoraggio della Torre Garisenda
Nel 2018 è stato creato un comitato tecnico scientifico composto, tra gli altri, da 14 tra ingegneri, geologi e altri esperti, per aumentare i controlli sulla Torre Garisenda che preoccupava per movimenti e oscillazioni. La stabilità non è mai stata il punto forte della torre, in più le pessime condizioni del basamento hanno determinato nei secoli un’inclinazione importante. Nel 2020, per mettere un freno al fenomeno, l’amministrazione comunale ha provveduto a circondare la torre di tiranti che la mantengono bloccata. Nelle ultime settimane rumori anomali, vibrazioni e piccoli spostamenti hanno aggravato ulteriormente la situazione. La reale gravità si conoscerà dopo che il Cnr di Napoli avrà elaborato i dati satellitari forniti dall’Agenzia Spaziale Europea su richiesta del MiC utili a ricostruire i movimenti della Torre dal 2017 ad oggi.
Il tavolo tecnico presso il MiC
Il 14 novembre, a Roma, si è tenuta presso il Ministero della Cultura, una riunione che ha tirato le somme su quanto fatto e su ciò che ancora bisogna fare per una delle torri simbolo del capoluogo emiliano. Alla presenza di diversi esponenti del Ministero della Cultura, ministro Gennaro Sangiuliano in primis, del sindaco di Bologna, Matteo Lepore, si sono messi sul tavolo gli impegni economici sostenuti e da sostenere per i lavori necessari. L’amministrazione comunale ha destinato 4,7 milioni di euro per i primi interventi mentre altri 5 milioni arriveranno dal MiC.
Al tempo stesso proseguirà il lavoro per richiedere il riconoscimento delle Torri di Bologna come patrimonio dell’UNESCO. Si tratterebbe di estendere il riconoscimento già ottenuto dai Portici di Bologna.
La Torre Garisenda simbolo di Bologna
Costruita in muratura intorno al 1109, la Torre della Garisenda è una delle due torri simbolo di Bologna. Si erge accanto alla Torre degli Asinelli in piazza di Porta Ravegnana. Oltre a scopi strategici doveva testimoniare, come tutte le torri della città, la potenza della famiglia che l’aveva commissionata. I Garisendi erano una nota famiglia nobile medievale bolognese. Cambiatori di appartenenza guelfa, hanno ricoperto diversi ruoli nel governo del comune.
In origine era alta 60 metri ma fu ridotta a 48 dal despota Giovanni Visconti a causa di problemi di cedimento. I terreni di fondazione avevano, infatti, scarse qualità portanti che provocarono anche un’inclinazione dell’intera struttura con una sporgenza del vertice pari 3,22 metri.
Anche se dominata architettonicamente dalla Torre degli Asinelli, la Garisenda vanta diverse menzioni letterarie. Dante Alighieri ebbe due occasioni di celebrarla. La prima in un sonetto, la seconda nella Divina Commedia. Al Canto trentunesimo dell’Inferno il sommo poeta e Virgilio incontrano il gigante Anteo e la torre viene assunta come metro di misura dell’altissima creatura.
Nel corso dei secoli la torre è stata di proprietà di diverse famiglie fino a essere affidata al Comune di Bologna sotto la cui tutela è ancora oggi.