Dopo diverse giornate segnate dal maltempo, soprattutto al Centro-Sud, la situazione è in graduale miglioramento e l’alta pressione si sta estendendo verso l’Italia: tra domani e sabato garantirà praticamente ovunque tempo stabile e temperature in aumento.
Il rovescio della medaglia si chiama “inversione termica”: farà sentire i suoi effetti soprattutto nelle zone di pianura del Nord, dove provocherà banchi di nebbia, anche fitti e persistenti, e un maggiore rischio di inquinamento.
Cos’è l’inversione termica?
Come suggerisce il suo nome – ci spiega il meteorologo Simone Abelli di IconaMeteo.it –, questo fenomeno si riferisce all’andamento della temperatura con la quota. Normalmente più saliamo di quota, più l’aria diventa fredda; lo sperimentiamo ad esempio quando andiamo in montagna dove generalmente fa più freddo che in pianura, e questa è la condizione abituale.
Eccoci allora al punto in questione: quando è presente un’inversione termica, la temperatura aumenta con la quota invece che diminuire.
Quali sono le cause?
È un fenomeno tipico delle situazioni connotate dalla presenza di un’area di alta pressione che ne accentua ancor di più le caratteristiche quando è accompagnata da uno strato di aria particolarmente mite in quota.
Le cause di questa deviazione dalla normalità sono diverse, così come sono diversi i tipi di inversione (al suolo, in quota, nelle pianure, nelle valli). L’inversione termica negli strati bassi in pianura è causata dal raffreddamento del suolo, in particolare nelle ore notturne e in maniera più accentuata nel semestre freddo. Durante le notti, in condizioni di cielo sereno e ventilazione debole o assente, il suolo perde calore per irraggiamento verso lo spazio e, di conseguenza, lo strato atmosferico più basso viene raffreddato dalla superficie terrestre. Questo raffreddamento è tanto più intenso quanto più lunghe, tranquille e serene sono le notti. Ed eccoci, dunque, di fronte alla situazione in questione, con aria più fredda vicino al suolo e aria più calda in quota.
Le conseguenze si fanno sentire anche sulla qualità dell’aria
Purtroppo sì – conferma Abelli -: in presenza di un’inversione termica l’atmosfera risulta stabile, ossia non soggetta a rimescolamenti d’aria verticali. Ne consegue che negli strati bassi tendano a ristagnare umidità e inquinanti, con conseguente peggioramento della qualità dell’aria e formazione di nebbia nella stagione fredda.
Questi effetti sono tanto più significativi quanto maggiore è lo spessore dell’inversione termica che, in molte giornate invernali, non riesce a dissolversi neppure nelle ore diurne.