Le nuove dichiarazioni dell’attrice Debra Messing puntano di nuovo i riflettori sul movimento internazionale Metoo. Durante un intervento, l’attrice americana ha raccontato alcuni aneddoti risalenti al periodo in cui girò il film “Il profumo del mosto selvatico”. Aneddoti che parlano ancora una volta di umiliazioni subite sul set da parte di un regista.
Le dichiarazioni di Debra Messing
In un intenso speech, sospeso tra comicità e tragicità, l’attrice americana Debra Messing ha raccontato l’esperienza vissuta nelle settimane durante le quali ha girato il film “Il profumo del mosto selvatico”. Era il suo primo film, non ancora trentenne, ed era al fianco di Keanu Reeves “l’uomo più bello… del mondo!“. L’entusiasmo era alle stelle. I primi intoppi arrivarono con la firma del contratto che prevedeva una scena di nudo con Reeves. La indussero a firmare dicendole che in realtà tale scena non sarebbe mai stata girata ma serviva solo a placare le smanie del regista, Alfonso Arau. Il giorno delle riprese, invece, le fu detto che la scena sarebbe stata girata ma inserita nelle versioni per i paesi stranieri.
Arriva il momento cruciale, tutto pronto, la tensione sale, si inizia a girare, a un certo punto si sente: “CUT!” e subito dopo: “In quanto tempo possiamo trovare un chirurgo plastico? Il suo naso sta rovinando il mio film. Non posso farlo! Guarda che naso!“. Le parole del regista ferirono profondamente la giovane attrice e non furono le uniche: “Il tuo compito è quello di spogliarti e di dire le battute. Questo è quanto. Dovresti essere grata di aver ottenuto questo ruolo.“
Un nuovo impulso per il movimento internazionale Metoo?
La testimonianza della Messing ha staccato un altro lustrino dall’immagine patinata dello star sistem di Hollywood. Ha messo in evidenza, ancora una volta, le condizioni in cui lavorano le attrici a Hollywood. Tutto era nato da una dichiarazione della modella Ambra Gutierrez che diceva di essere stata inopportunamente palpeggiata dal produttore Harvey Weinstein. Le fecero seguito le dichiarazioni di altre 80 donne, tra cui Asia Argento, Gwyneth Paltrow, Uma Thurman, e fu aperta un’indagine. Il processo che ne seguì portò Weinstein a pagare circa 30 milioni di dollari alle sue vittime. Intanto quello delle star violentate dal produttore era diventato un caso e ben presto un movimento con tanto di ashtag: #metoo. Un invito a tutte le donne a denunciare le molestie sessuali subite in ambito lavorativo, qualunque esso sia.
Le donne e il lavoro
Quello delle molestie sessuali, in realtà, non è l’unico problema che le donne hanno al lavoro. Le donne devono scontare retribuzioni inferiori rispetto ai loro colleghi maschi, una maggiore difficoltà ad accedere alle posizioni apicali e a incarichi di responsabilità. Le difficoltà aumentano poi quando al lavoro si affianca una vita familiare, la cura dei figli, l’accudimento di un genitore. Cosa fanno allora? Affrontano la vita come se fosse un intenso speech, sospeso tra comicità e tragicità.