“Topolino in Abissinia” è un classico della musica propagandistica fascista. Il personaggio creato da Walt Disney fu una delle poche espressioni artistiche straniere, se non l’unica, a essere accettata dal Duce. Il suo entourage utilizzò l’enorme popolarità di Mickey Mouse per arrivare alla pancia delle masse. La propaganda fascista ha utilizzato spesso la musica creando canzoni famosissime.
La propaganda sulla guerra d’Etiopia
Una volta asceso al potere, Mussolini, come ben sappiamo, volle portare avanti la sua politica coloniale. Individuò nel Corno d’Africa una zona di suo interesse e la invase. Scoppiò così la guerra d’Etiopia che conquistò al nostro Paese la sua piccola colonia.
L’impresa fu presentata alla popolazione come un’operazione al tempo stesso vantaggiosa per l’Italia e una missione di civiltà nei confronti dello Stato africano. Molti storici sostengono, invece, che questa fu propaganda per nascondere non solo valori aberranti come la guerra e l’imperialismo, ma anche problemi a casa. Una grande operazione di distrazione di massa, per distogliere lo sguardo sulle politiche di oppressione messe in campo in Italia.
“Topolino in Abissinia”: il soldato fascista
Topolino era il personaggio perfetto per questo tipo di operazione. Un personaggio famoso, amato da grandi e piccini (elemento da non sottovalutare). Nacque così, nel 1935, il vinile “Topolino in Abissinia”. Il brano fu scritto da Michele Galdieri, musicato da Giovanni D’Anzi e interpretato da Crivel. In questo 78 giri si narrano le avventure di un topolino che veste i panni del soldato fascista per fornire il suo contributo alla causa coloniale.
Topolino sbarca in Abissinia (una regione dell’Etiopia) armato di spada e gas asfissiante pronto a entrare in azione dove ciò significa che non vede l’ora di uccidere il nemico, civilizzare la popolazione locale.
Il linguaggio utilizzato in questo prodotto audio è estremamente violento e razzista.
Le altre canzoni della propaganda fascista
“Topolino in Abissinia” è solo una delle canzoni prodotte nel periodo fascista per sostenere la propaganda del regime. Il repertorio ne conta altre che riprendono i temi cari a quell’epoca:
- “Giovinezza”: questo inno fu scritto da Salvator Gotta e composto da Giuseppe Blanc nel 1909, ma divenne particolarmente associato al fascismo e a Mussolini. Era ampiamente cantato durante le adunate e le manifestazioni del regime.
- “Faccetta Nera” celebra le truppe coloniali italiane in Africa. Scritta da Renato Micheli e Domenico Oliva nel 1935, incoraggiava l’espansione coloniale dell’Italia fascista.
- “Dove Volano Le Aquile”: il brano celebra l’Italia fascista come una grande nazione destinata a guidare il mondo. Fu composto da Giuseppe Blanc nel 1935.
- “La Canzone del Littorio”: la canzone celebra il fascio littorio, un simbolo del fascismo italiano. Fu scritta da Giovanni Mosca e musicata da Vincenzo Di Benedetto nel 1927.
- “Inno delle Camicie Nere”: scritto anche questo da Giovanni Mosca e composto da Vincenzo Di Benedetto nel 1927.
- “Marcia Reale”: l’inno reale del Regno d’Italia veniva spesso eseguita durante le manifestazioni fasciste per sottolineare la continuità tra la monarchia e il regime fascista.
In copertina foto di Hands off my tags! Michael Gaida da Pixabay