Mercoledì nero (possiamo definirlo più o meno così) per il Bitcoin che, dopo le dichiarazioni della Cina ha registrato un tonfo record con una perdita di valore di circa il 40%. Un crollo considerevole, causato principalmente dalle decisioni della Banca centrale cinese, ma che in realtà si stava preparando da diverse settimane in risposta alle recenti dichiarazioni del patron di Tesla, Elon Mask. Ora, sulla moneta elettronica, già avversata da diversi economisti, si abbatte un problema in più.
Il tonfo record del Bitcoin: valore al di sotto dei 40 mila euro
Dopo mesi di crescita inarrestabile, lo scorso mercoledì il Bitcoin ha avuto un crollo considerevole perdendo circa il 40% del suo valore e attestandosi al di sotto dei 40 mila euro. La rapida discesa si è registrata subito dopo che la Banca centrale cinese ha vietato agli istituti di credito e alle società finanziarie di non accettare operazioni in criptovaluta ed esternato le sue perplessità riguardo alle sue potenzialità speculative. Prima ancora che la Cina si pronunciasse, però, un altro personaggio molto influente a livello internazionale, come Elon Musk, aveva dichiarato che la Tesla non avrebbe più accettato i pagamenti in Bitcoin per l’acquisto delle sue vetture. Una vera marcia indietro dopo i tweet di un mese fa che spingevano in direzione opposta. Perché questo cambio di posizione? Per questioni ambientalistiche.
Criptovalute e sostenibilità
L’estrazione di Bitcoin è un processo che richiede una grossa quantità di energia. Si calcola che in un anno provochi l’emissione di una quantità di anidride carbonica che va dalle 22 alle 23 tonnellate circa. La sostenibilità sta diventando un capitolo molto importante per gli investitori. In particolare, le aziende che fanno dell’attenzione all’ambiente una linea guida della loro attività non potranno ignorare ancora per molto questo risvolto. Così, se si vuole evitare che altri investitori si ritirino da questo mercato, bisognerà apportare gli opportuni miglioramenti.
Un mercato da regolare
Quella della sostenibilità è solo l’ultima “scure” che si è abbattuta sulle criptovalute. Snobbate da molti economisti che lamentano un’eccessiva volatilità (sbalzi elevati e repentini di valore), il crollo registrato questa settimana sembra aver dato loro ragione. Chi invece le sostiene, ritiene che questa importante flessione, la prima per essere precisi, sia fisiologica. L’andamento delle valute, come ben si sa, non procede mai in modo lineare ma sempre con oscillazioni, pertanto dopo mesi di ascesa, un ribasso era in conto. La differenza è che mentre le altre valute sono regolate, le criptovalute ancora non rientrano in nessuna regolamentazione. L’instabilità delle criptovalute, per certi versi, è determinata da questa mancanza di regolamentazione. Il mese scorso Coinbase e Dogecoin hanno fatto un’importante scalata a Wall Street, segno che normare il mondo delle criptovalute è diventato urgente.
In copertina foto di 3D Animation Production Company da Pixabay